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Su Libero, l’analisi dei cambiamenti cui andrà incontro il nuovo Washington Post di Amazon

Dalle pagine di cultura di Libero, Francesco Specchia commenta la recente notizia dell'acquisizione del Washington Post da parte di Jeff Bezos, il padrone di Amazon...
Il giornalista Francesco Specchia commenta la notizia dell’acquisizione del famoso quotidiano statunitense da parte di Jeff Bezos
LA CRITICA QUOTIDIANA – Dalle pagine di cultura di Libero, Francesco Specchia commenta la recente notizia dell’acquisizione del Washington Post da parte di Jeff Bezos, il padrone di Amazon, che ha comprato quello che è “uno dei più blasonati quotidiani d’inchiesta del pianeta” alla cifra di 250 milioni di dollari. 
LO SCENARIO DELL’ACQUISIZIONE – Specchia ricostruire le congiunture che hanno portato a questa operazione, che si inserisce nel contesto dell’“ondata di fusioni, bancarotte e processi di consolidamento fra le società di carta stampata e quelle di broadcasting” provocata dalla diffusione di internet, che ha sconvolto gli scenari dell’informazione. In questa situazione il Washington Post Co ha perso sui quotidiani il 44% dei ricavi in 6 anni, sicché in realtà il Washington Post era ormai “un mito in affanno”.
LA SVOLTA DIGITALE – Cosa accadrà ora? Il giornalista sottoline che “Bezos si è affrettato a rassicurare i suoi dipendenti […], ma al tempo stesso ha annunciato dei cambiamenti”. In altre parole, si assisterà anche qui a quella “svolta digitale” che ha investito tutto il mondo editoriale. Su questa innovazione che si produrrà presto nel quotidiano americano, Specchia esprime delle riserve: “i suoi giornalisti temono che Jeff possa utilizzare la storica testata per incrementare il business dell’e-commerce trasformandone il sito in piattaforma pubblicitaria”. E non solo, il timore è anche quello che Bezos imponga qui gli stessi ritmi di lavoro infernali della sua azienda – “12 ore al giorno, a 40o senza aria condizionata”, secondo quanto denunciato da un’inchiesta del Morning Call, quotidiano della Pennsylvania. “Inchiesta che, probabilmente”, chiosa Specchia, “mai si potrebbe scrivere oggi sul Washington Post”.
UNO STEVE JOBS PIÙ VORACE – Insomma, per il giornalista bisogna guardare alla notizia con un po’ di preoccupazione, visto che Bezos si trova ora tra le mani, come scritto dal New York Times, “un microfono potente tanto quanto quelli presenti a Washington e al di fuori della West Wing”. Anche perché Bezos, più che un editore, per Specchia “ricorda uno Steve Jobs, più vorace”.
7 agosto 2013
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