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Nicoletta Polla-Mattiot, “Le donne sono lettrici appassionate di tutti i generi letterari”

Dal thriller alla chick lit, le donne leggono un po' di tutto, ma amano soprattutto le storie. È quanto rilevato da Nicoletta Polla-Mattiot, condirettrice di Grazia, dal punto di osservazione privilegiato sul pubblico femminile che è il giornale per cui lavora. La giornalista ci rivela i suoi gusti letterari e commenta con noi il panorama editoriale italiano attuale..
La condirettrice di Grazia parla dei suoi libri preferiti, dei gusti letterari del pubblico femminile e del panorama editoriale italiano
 
MILANO – Dal thriller alla chick lit, le donne leggono un po’ di tutto, ma amano soprattutto le storie. È quanto rilevato da Nicoletta Polla-Mattiot, condirettrice di Grazia, dal punto di osservazione privilegiato sul pubblico femminile che è il giornale per cui lavora. La giornalista ci rivela i suoi gusti letterari e commenta con noi il panorama editoriale italiano attuale. 
 
Quali sono i suoi gusti in fatto di lettura, quali i generi, gli autori e i libri che predilige?
Mi piace molto leggere: dedico buona parte del mio tempo libero alla lettura e in particolare alla lettura di romanzi. Non ho un genere preferito, ma in generale non mi piacciono il fantasy e il thriller, e leggo pochi gialli. Tra gli autori che amo ci sono alcuni israeliani, da Amos Oz a David Grossman. Per parlare invece di scrittrici, amo moltissimo Margaret Atwood, Carol Oates, Ágota Kristóf e, andando un po’ più indietro nel tempo, Marguerite Yourcenar. Non vorrei poi dimenticare Alice Munro: io non apprezzo molto i racconti, preferisco i romanzi, ma faccio eccezione per lei. Ogni racconto di Alice Munro ha una tale ricchezza e intensità che è come se fosse un romanzo, un libro a sé. 
 
Lei lavora per una testata femminile e conosce il pubblico delle lettrici. In base alla sua esperienza, quali sono secondo lei i temi  e le storie che maggiormente corrispondono alla sensibilità delle donne, che rappresentano la fetta maggiore del mercato editoriale? Cosa cerca una donna in un libro?
Dai dati emerge, mi pare, che noi donne leggiamo tre volte più degli uomini, e non si tratta di un dato solo italiano, ma quanto meno europeo. È difficile indicare tendenze di gusto prevalenti, perché l’offerta di libri e dunque la possibilità di scelta è molto ampia. Con il nostro giornale cerchiamo di dare consigli di lettura molto vari: abbiamo una scrittrice, Valeria Parrella, a curare la pagina delle recensioni di libri, e questa scelta è dettata proprio dalla volontà di avere uno sguardo femminile che selezioni molto liberamente all’interno del panorama editoriale tre titoli che a suo giudizio vanno letti. Non c’è un genere prevalente, volutamente li alterniamo, dal giallo e dal thriller – molte donne amano questo tipo di letture – alla cosiddetta chick lit, che nasce come genere minore ma in realtà riserva sorprese preziose: un libro leggero e ben scritto spesso regala un bel ritratto della realtà. Un riscontro confermato dall’osservatorio del giornale è che alle donne piacciono le storie: che siano grandi spaccati sociali, politici o anche soltanto intimi, alle donne piace la forma del racconto, sia che si tratti di libri sia che si tratti di articoli del giornale. Il personaggio pubblicato sul giornale interessa in quanto portatore di una storia.
 
Il genere rosa sta vivendo un momento di grande successo, come testimonia il caso clamorosa della trilogia “Cinquanta sfumature”. Quali sono secondo lei le ragioni di un tale successo? Quali bisogni ha saputo soddisfare o sollecitare questa trilogia nell’immaginario femminile?
Quando ci si trova di fronte a fenomeni così massicci, bisogna con grande umiltà prenderli in considerazione. Quanto alle “Cinquanta sfumature”, sicuramente il tema, il contenuto provocatorio del tema e anche il modo in cui questo è stato poi ripreso e trattato dai giornali hanno avuto il loro ruolo nel creare questo caso, ma mi sembra che il fenomeno travalichi qualsiasi battage pubblicitario. Io credo che questa trilogia abbia incontrato un pubblico di non lettori, che ci sia stato un allargamento rispetto al pubblico abituale, anche perché il tema aveva il vantaggio di incuriosire sia il maschile sia il femminile, c’era una componente voyeuristica anche da parte degli uomini. Si è creata poi questa sorta di tormentone per cui anche chi non era animato da un interesse iniziale finivo col leggerlo per non rimanere tagliato fuori dall’argomento di discussione dell’estate. C’è infine da dire che questi romanzi sono costruiti in maniera molto furba, con la tecnica del thriller applicata al tema erotico, che da solo non sarebbe bastato a fare questo successo: una volta che si inizia a leggere, la storia coinvolge il lettore e lo tiene attaccato al libro.   
Il fatto che si stiano affermando libri e romanzi di questo genere, declinati e rivolti al femminile, può aiutare a portare nuovi contenuti e nuova vitalità a un mondo letterario, quello italiano, che oggi sembra un po’ invecchiato?
Tutti i libri che fanno divertire sono benvenuti: la lettura deve poter rappresentare sia un momento di riflessione e introspezione, sia un momento di distrazione. Qualunque libro riesca ad agganciare un lettore, anche un fumetto, può essere utile per svecchiare l’idea che le persone hanno in genere della lettura. Molti infatti non si avvicinano al libro perché l’immagine che ne hanno è ancora legata al ricordo della scuola, all’idea del “dovere”. Non c’è un approccio ludico alla lettura. Le ragioni per leggere possono invece essere le più svariate: qualche tempo fa abbiamo pubblicato il “Manifesto del circolo dei lettori di Torino”, una raccolta dei “perché si legge”. C’è chi lo fa per sfuggire a una realtà che non gli piace, chi lo fa perché vuole cambiare il mondo, chi lo fa per ridere, chi lo fa per piangere: insomma, i perché sono quanto mai disparati. 
 
Se dovesse suggerire alle lettrici un libro o un autore che non dovrebbe mancare nella libreria di una donna, quale sarebbe?
È molto difficile rispondere, perché ognuno ha un suo libro del cuore. Se devo sceglierne uno che non può mancare dalla mia libreria, direi che sarebbe “Fuochi” di Marguerite Yourcenar, ma non mi sento di farne un consiglio generale. Il bello della lettura è proprio o la scoperta dell’altro da sé o il rispecchiamento, ma si tratta di esperienze molto personali. Mi piacerebbe di più rilanciare questa domanda ai lettori: qual è il libro che ha cambiato la vostra vita?  
 
13 ottobre 2012 
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