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Enrico Ratto (Maledetti Fotografi), “Vogliamo far conoscere i più interessanti fotografi al pubblico”

Conosciamo meglio “Maledetti Fotografi", sito web che intervista ogni mese i più grandi fotografi internazionali

MILANO – Creare un magazine che raccontasse con un preciso format la vita e le scelte dei grandi fotografi. Con questo obiettivo nel gennaio 2014 Enrico Ratto crea “Maledetti Fotografi“, sito web che intervista ogni mese i più grandi fotografi internazionali, concentrandosi esclusivamente sulle scelte e l’evoluzione dell’autore. In questa intervista, Enrico Ratto presenta i suoi progetti legati alla cultura per immagini e parla dello stato della fotografia oggi, sottolineando come “i fotografi siano sempre più fuori dalle nicchie”.

Come nasce “Maledetti Fotografi”?

Maledetti Fotografi nasce quasi due anni fa, nel gennaio 2014. In Italia non esisteva un magazine, né online né cartaceo, che raccontasse con un preciso format la vita e le scelte dei grandi fotografi. Ci sono riviste tecniche, ci sono ottime riviste di cultura della fotografia, ma nessuna che si concentri esclusivamente sulle scelte e l’evoluzione dell’autore tramite il format dell’intervista priva di commento.

In che modo esplorate il mondo della fotografia?

A noi interessa il processo creativo, e lo esploriamo nel mondo fotografia. Quando domandiamo ad un autore di ricordare un progetto, una scelta, un bivio, un momento chiave della sua carriera, lo facciamo per spiegare quale è il processo che porta dall’idea alla realizzazione del progetto. Nella produzione artistica questo processo è più forte, rigoroso e a volte tormentato rispetto a qualsiasi altro settore, se un autore è riuscito a fare ordine e ad arrivare sul mercato, la sua storia può essere di esempio e motivante per tutti gli altri settori.
I grandi autori sanno spiegare tutto questo con estrema chiarezza.

Quali sono i vostri progetti e obiettivi?

Nell’estate del 2014 abbiamo organizzato la rassegna Il Caffé dei Maledetti Fotografi, con la collaborazione della galleria La Bottega di Marina di Pietrasanta.
In quell’occasione abbiamo intervistato dal vivo grandi fotografi italiani come Romano Cagnoni, Massimo Vitali, Massimo Sesitini, Maurizio Galimberti. Questa rassegna ha riscontrato un enorme successo di pubblico.
L’obiettivo è continuare a vivere ogni giorno nel web e portare periodicamente i più interessanti fotografi di fronte al pubblico. Un circolo virtuoso tra online e offline.

I social network ed il digitale sono un’opportunità o un ostacolo per la promozione della fotografia d’autore?

Sono un’opportunità. I grandi fotografi conoscono perfettamente il loro mercato e non esiste autore che consideri il “file” un prodotto in vendita e quindi a rischio nel web. Il mercato è fatto dalla storia autoriale, nel caso di chi si occupa di reportage, o dall’oggetto, nel caso della fine art. Il file che circola liberamente in rete serve solo a diffondere la conoscenza e la reputazione dell’autore, quindi non può che essere un’opportunità.

Qual è lo stato e l’attenzione che si ha in Italia nei confronti della fotografia?

La mia impressione è che sia molto alto. Due settimane fa a Milano si è tenuto un evento promosso da Still Love e il gruppo editoriale Sprea con i grandi autori italiani, a colpo d’occhio la partecipazione in sala è stata incredibile. Ogni anno, Mia Fair è una fiera di settore di grande successo.
Autori come Giovanni Gastel hanno cinquantamila fan su Facebook, non possono essere solo aspiranti fotografi di moda. Massimo Sestini, un mese fa, ha lanciato l’iniziativa “Where are you?” per rintracciare i migranti della sua famosa fotografia zenitale vincitrice del World Press Photo, e ne hanno parlato i giornali di tutto il mondo. I fotografi sono sempre più fuori dalle nicchie. Se mercato e cultura volessero lavorare e crescere insieme, così come succede in Francia, il pubblico sarebbe pronto a rispondere.

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