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Ecco perché la letteratura italiana favorisce la vendibilità a discapito dello stile

In uscita il nuovo saggio di Alberto Casadei “Letteratura e controvalori. Critica e scritture nell'era del Web” edito da Donzelli. In un’intervista di Paolo di Stefano pubblicata sul Corriere della Sera...

Sul Corriere della Sera, Paolo di Stefano intervista lo studioso Alberto Casadei sul nuovo saggio in uscita, edito da Donzelli, “Letteratura e controvalori” che rielabora il concetto di realismo e la perdita di stile per una maggiore vendibilità, 

LA CRITICA QUOTIDIANA – In uscita il nuovo saggio di Alberto Casadei “Letteratura e controvalori. Critica e scritture nell’era del Web” edito da Donzelli. In un’intervista di Paolo di Stefano pubblicata sul Corriere della Sera, discute della sua pubblicazione: un libro che mette in gioco questioni cruciali sul presente e il futuro della letteratura italiana.

IL REALISMO – Una delle prime questioni trattate nel saggio e nell’intervista di Di Stefano è il concetto di realismo. Casadei sostiene che :”Nel concetto di realismo artistico e letterario s’intrecciano aspetti diversi: sono realistiche opere che ci parlano di fatti storici o addirittura di cronaca, ma lo sono anche il poema di Dante o la Metamorfosi di Kafka. E’ necessario compiere una prima e determinante distinzione: esiste un realismo ristretto, delimitato dai parametri storico-culturali di ogni epoca, e un realismo allargato che permette di includere anche elementi inconsci, intuizioni, percezioni del mondo.” Casadei ritiene che per parlare di realismo letterario, sia ormai fondamentale riconoscere l’azione della biologia e dell’inconscio cognitivo; da questo l’importanza di un altro concetto: l’ energia cognitiva dello stile. Che significa? Ogni artista nelle sue opere cerca di esprimere e manifestare un suo rapporto personale con il mondo, ma solo chi è in grado di realizzare un suo stile può diventare riconoscibile.

L’IMPORTANZA DELLO STILE – Lo stile di un artista, sia esso scrittore, pittore o scultore, costituisce la chiave tra la sua interiorità e il mondo esterno, ovvero un modo per rappresentare le esperienze consce e inconsce. E qual è la vera sfida? Casadei risponde: “ La sfida è quella di farci vedere la realtà spostando i confini tra il noto e l’ignoto: per questo possiamo accettare che esistano mondi assurdi e testi oscuri che però, attraverso il loro stile, ci costringono a prendere atto che ci sono aspetti del reale che non sospettavamo. Una poesia di Celan o un brano di Gadda o di Fenoglio riescono a veicolare questa energia stilistica e cognitiva.” Però oggi il problema che la maggior parte degli scrittore si trova a fronteggiare è il fatto che questi aspetti conoscitivi e stilistici insieme non sembrano avere nessun valore nell’epoca del Web.

LA CRITICA LETTERARIA – A chi tocca dunque l’arduo compito di riportare la letteratura al suo senso profondo? La critica letteraria ha purtroppo perso la sua impronta, non riuscendo più a trovare il giusto linguaggio, ed è diventata più che altro una pratica autoreferenziale per addetti ai lavori. Secondo Casadei manca un pubblico capace di sostenere le opere letterarie di valore e sperimentali; gli stessi editori preferiscono non rischiare proponendo novità, perché osare potrebbe far precipitare i bilanci, e in una fase economicamente delicata e complicata come questa sono pochi coloro che decidono di esporsi.“ Non si può rinunciare sostenendo che tutte le opere si equivalgono. Proprio in questa fase è importante difendere i testi che possono corrispondere allo spirito di questi tempi.” dichiara Casadei al giornalista del Corriere. 

L’INSEGNAMENTO E I NUOVI AUTORI – Casadei sostiene i giovani scrittori e dichiara che sono molti i testi importanti pubblicati in questi ultimi anni e che meritano il successo: come “La vita in tempo di pace” di Francesco Pecoraro, vincitore autentico secondo Casadei del Premio Strega di quest’anno (arrivato terzo classificato). Al Premio Campiello dello scorso anno, avrebbe dovuto vincere Valerio Magrelli con “Geologia di un padre”, arrivato invece al quinto posto. Sostiene scrittori come Paolo Sortino e il suo romanzo d’esordio “Elisabeth” o Giorgio Vasta con “Tempo materiale”. Ritiene incoltre che sia ormai necessario rivedere la concezione umanistica della letteratura, cercando di creare un dialogo continuo fra i vari esperti (come i critici o i lettori) e le istituzioni come la scuola e l’università, dove risulta essere necessaria una revisione e un rinnovamento dei programmi e dei metodi di insegnamento: “Io credo sia importante che nelle scuole entrino stabilmente autori fondamentali anche per l’interpretazione dell’Italia del dopoguerra, come Vittorio Sereni o Beppe Fenoglio, che invece non si leggono quasi mai. […] Nella scuola si debbono insegnare i classici, ma in modo nuovo, più aperto al dialogo con il presente, e insieme rimotivando la loro importanza che non è più scontata.”

23 luglio 2014


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