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David Frati (Mangialibri), ”Molti editori e giornalisti sottovalutano l’influenza dei blog letterari”

Molti editori e tantissimi operatori dei media non conoscono bene come sarebbe opportuno la scena web italiana di settore. Inoltre, sui quotidiani cartacei spesso vengono citati 'oscuri blog che fanno numeri omeopatici tra “i blog letterari più seguiti” e sistematicamente invece sono ignorate realtà...
Mangialibri nasce a Natale 2005 : inizialmente si tratta del blog personale del giornalista e copywriter David Frati, poi negli anni si apre alla preziosa collaborazione di altri diventando prima un blog collettivo e poi nel 2009 un portale vero e proprio. – See more at: http://www.mangialibri.com/chi-siamo-e-cosa-facciamo#sthash.LBRQJrjl.dpuf
Mangialibri nasce a Natale 2005 : inizialmente si tratta del blog personale del giornalista e copywriter David Frati, poi negli anni si apre alla preziosa collaborazione di altri diventando prima un blog collettivo e poi nel 2009 un portale vero e proprio. – See more at: http://www.mangialibri.com/chi-siamo-e-cosa-facciamo#sthash.LBRQJrjl.dpuf
Mangialibri nasce a Natale 2005 : inizialmente si tratta del blog personale del giornalista e copywriter David Frati, poi negli anni si apre alla preziosa collaborazione di altri diventando prima un blog collettivo e poi nel 2009 un portale vero e proprio. – See more at: http://www.mangialibri.com/chi-siamo-e-cosa-facciamo#sthash.LBRQJrjl.dpuf

Il giornalista e copywriter ci presenta i progetti in progress (è in corso un restyling del sito grazie ad un’iniziativa di crowdfunding che ha visto partecipare lettori e addetti ai lavori), ci racconta la linea editoriale di Mangialibri ed infine ci fornisce il suo punto di vista circa la situazione dell’editoria italiana oggi.

MILANO – Molti editori e tantissimi operatori dei media non conoscono bene come sarebbe opportuno la scena web italiana di settore. Inoltre, sui quotidiani cartacei spesso vengono citati ‘oscuri blog che fanno numeri omeopatici tra “i blog letterari più seguiti” e sistematicamente invece sono ignorate realtà che fanno numeri enormi’. Un vero boicottaggio, spero dettato solo dalla scarsa informazione in materia secondo il giornalista e copywriter David Frati, responsabile del web magazine Mangialibri, nato nel Natale 2005 e poi negli anni diventato prima un blog collettivo e poi nel 2009 un portale vero e proprio. Un sito in continua crescita, che non fa critica letteraria ma che cerca semplicemente di offrire un servizio giornalistico/informativo alle centinaia di migliaia di lettori che ‘non sanno come orientarsi di fronte allo tsunami di libri che si abbatte sugli scaffali delle librerie ogni mese’. In questa intervista, David Frati ci presenta i progetti in progress (è in corso un restyling del sito grazie ad un’iniziativa di crowdfunding che ha visto partecipare lettori e addetti ai lavori), ci racconta la linea editoriale di Mangialibri ed infine ci fornisce il suo punto di vista circa la situazione dell’editoria italiana oggi.

 

Come nasce Mangialibri?

Mangialibri inizialmente era il mio blog personale e solo dal 2009 è un blog collettivo, anzi un grande magazine generalista dedicato al mondo dell’editoria. Negli ultimi anni sono passati per Mangialibri centinaia di recensori. Allo stato attuale siamo circa 80 sparsi in tutta Italia, dal Friuli alla Sicilia, con qualche collaborazione dall’estero (Svizzera, Francia, Gran Bretagna, Germania, Usa). Il redattore-tipo di Mangialibri invia 1 recensione ogni 10 giorni (abbiamo una tabella mostruosa su GoogleDocs con le scadenze fissate per ognuno di noi), altri ne scrivono 1 a settimana e poi c’è un nucleo di redattori esperti che sforna fino a 3 recensioni a settimana. Riceviamo circa 80 libri o ebook a settimana da recensire: a questi aggiungiamo di nostra sponte recensioni di titoli del passato per arricchire le bibliografie degli autori che abbiamo sul sito, inseguendo l’attualità (per esempio la morte di uno scrittore, o il fatto che lo abbiamo intervistato) o i personali percorsi di lettura di ognuno di noi. Oggi pubblichiamo ‘solo’ 12 recensioni al giorno, più 5-6 news e 1 intervista, sempre ogni giorno. Vorremmo fare dieci volte di più, ma purtroppo tutti lavoriamo a Mangialibri nei ritagli di tempo – la notte, spesso – e per pura passione.

 

 “Leggi come mangi” è il vostro claim. Ce lo puoi spiegare?

Quello di Mangialibri è sin dall’inizio un approccio anti-snobistico, allergico ai pregiudizi contro la letteratura di genere e all’odio per il bestseller che sembra animare tanti “addetti ai livori”, per usare una folgorante definizione di Dagospia. Perché in campo cinematografico è considerato cool anche dalle élite intellettuali avere e dichiarare una passione per i B-movies e invece in campo letterario se qualcuno si azzarda a dire che gli piacciono i B-book viene crocifisso? Il linguaggio di Mangialibri è iconoclasta, ironico, pop, popolare – talvolta popolano. Non a caso il logo di Mangialibri è un panino. Ma non una baguette ‘parigina’, bensì una di quelle che a Roma si chiamano rosette, cioè un panino da muratore, da contadino, ripieno solo incidentalmente di pagine di libri anziché di salsiccia e cicoria.

 

Avete da poco portato a compimento una campagna di crowdfunding per il restyling del sito. Quali saranno le principali novità?

Dopo molti anni di onorata carriera, l’interfaccia tecnologica e grafica del nostro sito era ormai del tutto inadeguata ai tempi: la versione di Drupal che utilizzavamo era obsoleta e malfunzionante, la fruizione su device mobili era quasi impossibile, il “dialogo” con i motori di ricerca difficoltoso e quindi quella che i tecnici chiamalo la SEO una mera utopia. Un intervento di rifacimento radicale di Mangialibri non era più rinviabile, pena la catastrofe o peggio l’oblio. Ma un intervento così profondo (e contestualmente un upgrade dell’hosting, per chi sa cosa voglio dire) è un affare costoso e Mangialibri (che è gestito da un’Associazione culturale senza fini di lucro) non aveva a disposizione la forza economica necessaria a portarlo a termine. Punto. Da qui l’idea di chiedere aiuto ai nostri lettori, a coloro che in dieci anni hanno premiato il nostro modo di raccontare libri e scrittori rendendo Mangialibri una delle riviste online di settore più seguite in Italia. La realtà leader nel campo del crowdfunding italiano, Eppela, si è mostrata molto interessata al nostro progetto. Lo abbiamo declinato e affinato con un loro team dedicato e successivamente sottoposto a Poste Italiane, che ha da qualche tempo implementato in collaborazione proprio con Eppela un progetto di cofinanziamento per realtà che lavorano “in ambito digital, mobile o social innovation” denominato PostePay Crowd. Grazie all’amore e alla generosità di tantissimi lettori e di addetti ai lavori (stavolta con la a) abbiamo raccolto al cifra che ci serviva e adesso stiamo portando avanti il restyling, alla fine di settembre prevediamo di essere pronti al 100%. Ci saranno nuove rubriche, una grafica più elegante, partiranno partnership prestigiose ma come dicevo prima i veri cambiamenti saranno soprattutto tecnologici: non di forma insomma, ma di sostanza.

  

Siete da 10 anni online. Quali sono state difficoltà e soddisfazioni incontrate e raccolte nel corso di questo tempo?

In questi 10 anni Mangialibri, nel suo piccolo, ha contribuito a cambiare il modo in cui si parla di libri sul web. Ed è stato premiato dal pubblico, per questo: oggi un numero enorme di lettori segue il sito ogni giorno, nonostante ci si occupi SOLO di recensioni librarie e interviste agli autori, con passione e competenza ma anche con leggerezza, senza pubblicare post sulla politica, sulla cronaca o sulla società come invece fanno quasi tutti i blog letterari italiani. Un approccio che io amo definire “mainstream”, da rivista patinata intelligente, che poi è lo stesso di Libreriamo e di pochissime altre realtà italiane. Il modello di sito sui libri imperante – e uso il termine imperante non a caso – nel nostro Paese è molto diverso. Devo amaramente constatare che lo spirito ‘popolare’ e la nostra proverbiale disponibilità a recensire narrativa di genere che ci permette di attrarre una fetta così importante di pubblico – quella guarda caso trascurata da tutti i “lit blog” italiani – diventa a volte una sorta di tallone d’Achille in questa nostra realtà culturale snobistica, elitaria e autoreferenziale: se sei popolare, agli occhi di ‘quelli che contano’ diventi subito nazionalpopolare e quindi volgare, anche (anzi, soprattutto) se fai tante, tante impression al mese.

 

 Secondo te come sono visti e percepiti i blog letterari da parte della filiera dell’editoria italiana, giornalisti e critici compresi?

La risposta è complessa. Ma anche semplice. Molti editori e tantissimi operatori dei media non conoscono bene come sarebbe opportuno la scena web italiana di settore. Lo dimostra – nel caso degli editori – il fatto che la pubblicazione di una recensione su un quotidiano locale cartaceo (che leggeranno sì e no in 100 persone) venga considerata più importante di una recensione su di un sito (che leggeranno migliaia di persone certificate e per giunta rimane online praticamente in eterno). Lo dimostra – nel caso degli operatori dei media – che quando si parla sui giornali o in tv di “blog letterari e dintorni” vengano citati sempre gli stessi nomi (forse scopiazzando vecchi articoli?) scelti come rappresentativi e importanti non si capisce bene in base a quale criterio. Gusti del giornalista? Massimo rispetto. Ma inserire oscuri blog che fanno numeri omeopatici tra “i blog letterari più seguiti” e sistematicamente invece ignorare realtà che fanno numeri enormi è scorretto e fuorviante. Un vero boicottaggio, spero dettato solo dalla scarsa informazione in materia.

 

In che modo blog, community ed associazioni culturali dedicate alla promozione del libro possono rappresentare un’opportunità per il rilancio dell’editoria e per promuovere la lettura in un Paese dove si legge poco?

Si può ovviamente fare molto, ognuno a suo modo. Su Mangialibri non si fa critica letteraria. Più umilmente cerchiamo di offrire un servizio giornalistico/informativo alle centinaia di migliaia di lettori che non sanno come orientarsi di fronte allo tsunami di libri che si abbatte sugli scaffali delle librerie ogni mese. Vogliamo prendere per mano la signora di mezza età che legge sull’autobus il bestseller primo in classifica che le hanno regalato a Natale e guidarla in un Paese delle Meraviglie in cui ci sono migliaia di altri libri che potrebbero piacerle da morire ma che lei non conosce, un po’ per i problemi dell’editoria italiana (monopoli, distribuzione, organizzazione degli spazi vendita, etc) un po’ perché il linguaggio esoterico degli addetti ai lavori e lo snobismo dei cosiddetti intellettuali la respinge, la tiene lontana, la spaventa. Se il popolo non va ai libri, potrebbe essere una buona idea che i libri vadano al popolo. Noi di Mangialibri ce la stiamo mettendo tutta.

 

31 luglio 2015

 

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