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Alessia Lautone condirettore di AdnKronos racconta i 50 anni dell’agenzia di stampa

L'attentato a Papa Giovanni Paolo II rimarrà negli annali il fatto storico raccontato in tutto il mondo in anteprima da AdnKronos. In un'intervista esclusiva, il condirettore di AdnKronos Alessia Lautone ci spiega le responsabilità di essere a capo della prestigiosa agenzia di stampa, ci racconta il suo rapporto con i libri e la lettura e perché in Italia si investa poca in cultura...
L’attentato a Giovanni Paolo II è l’episodio che in anteprima mondiale fu raccontato dalla storica agenzia di stampa
 
MILANO – Cinquant’anni sulla notizia. La storica agenzia di stampa AdnKronos dell’editore Pippo Marra compie mezzo secolo, nata nel 1963 dalla fusione della Kronos (nata nel 1951) e dell’Adn (Agenzia Di Notizie nata nel 1959). In un’intervista esclusiva, il condirettore Alessia Lautone ci racconta il peso oltre che la gioia di esserne a capo in un momento storico come questo. E per conoscerla meglio ci confida come ha mosso i primi passi nel giornalismo, quanto tempo riesce a dedicare ai libri e alla lettura e cosa pensa sui pochi investimenti che la politica adotta per valorizzare la cultura italiana.
 
Come ha mosso i primi passi nel giornalismo?
Ero molto giovane e ho iniziato per scherzo. Avevo avuto un problema di salute molto grave e ho avuto la fortuna di incontrare una persona che lavorava in una televisione privata a Roma e mi ha chiesto di provare. Ho iniziato così e da lì mi sono appassionata a quello che faccio. Poi in una piccola emittente poi ha la facilità di conoscere tutti gli aspetti di questo mestiere, dalle riprese al montaggio. Da lì  tutto mi è sembrato facile: ho fatto un provino in Rai dove mi presero per un programma in conduzione; ho poi lavorato da Radio Dimensione Suono per un po’ di anni. Mi sembrava tutto facile ma poi invece, come per tutte le cose, non è così.
 
Oggi è a capo di una delle più importanti agenzie di stampa italiane. Com’è la vita immersa tra informazione e notizie?
E’ una vita dove tutto è notizia, è informazione. Basta pensare che quando torno a casa la sera e chiedo ai miei due figli come stanno e cosa hanno fatto, per tutta risposta mi chiedono: “Mamma, che è successo oggi nel mondo?”. Infatti credo che nessuno di loro vorrà fare il mio mestiere. Questo è un lavoro che è troppo mischiato con la vita.
 
Adnkronos quest’anno compie 50 anni. Da condirettore quali sensazioni e quante responsabilità sente?
E’ un momento storico importante per l’Adnkronos e quindi sento il peso e la responsabilità ma anche la gioia nell’esserne il direttore. Con l’editore Pippo Marra abbiamo ripercorso tutti gli aspetti di questo lungo periodo. Devo dire mi sono emozionata, ho imparato tanto e devo ringraziare l’editore per avermi data questa grande opportunità.
 
Qual è l’avvenimento storico raccontato da Adnkronos che ricorda particolarmente? 
Sicuramente il 1981 quando l’Adnkronos fu la prima agenzia di notizie al mondo a dare notizia dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II. C’è una foto che ritrae Ali Agca che spara al Papa e Adnkronos è l’agenzia che è in possesso di questa foto. Foto e notizia che allora come oggi hanno fatto il giro del mondo. 
 
Nella sua vita, che immaginiamo densa di impegni, riesce a trovare del tempo da dedicare alla lettura? Su cosa si orienta?
Io leggo sempre, non vado mai a letto se non leggo qualcosa. Mi piace leggere di tutto e mi oriento soprattutto sui romanzi. Mi piace entrare nella vita degli altri per uscire un po’ dalla mia quotidianità. Mi piace l’evasione e assaporare quello che magari non mi concede la vita. Sono una che per scelta lavora veramente tanto e quindi devo dire che con i libri riesco ad evadere  dalla mia vita.
 
Perché in Italia si parla e si investe poco in cultura?
Il paradosso è che l’Italia è il Paese che detiene il maggior numero di beni patrimonio dell’umanità, stando all’Unesco. Forse proprio per questo, con politiche miopi, non si è sentito il bisogno di investire. Non dimentichiamoci che in passato ci sono stati politici che hanno affermato a chiare lettere che con la cultura non si mangia. Spero che sia solo una miopia dei nostri politici e, mi sembra, che ci sia per fortuna un’inversione di tendenza in questo momento.
 
6 agosto 2013
 
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