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Licia Troisi, ”Per i miei libri mi ispiro alla realtà, reinterpretandola in chiave fantasy”

Trarre ispirazione da tutto ciò che la circonda, trasfigurando il tutto all'interno dei suoi libri. E' questo il segreto di Licia Troisi, la regina del fantasy italiano amata da lettori grandi e piccoli. All'interno della sua prolifica attività di scrittrice, Licia Troisi ha pubblicato diverse trilogie fantasy, raggruppate nel ciclo “Mondo emerso”, la terra popolata secoli fa dagli Elfi, creature purissime che vivevano in armonia con la natura, la cui tranquillità fu rovinata dagli uomini e gli gnomi...

La regina del fantasy italiano svela come nascono le sue avventure e parla del rapporto giovani-lettura, sottolineando come i libri debbano rappresentare per loro un piacere e non un obbligo

 

MILANO – Trarre ispirazione da tutto ciò che la circonda, trasfigurando il tutto all’interno dei suoi libri. E’ questo il segreto di Licia Troisi, la regina del fantasy italiano amata da lettori grandi e piccoli. All’interno della sua prolifica attività di scrittrice, Licia Troisi ha pubblicato diversi libri d’avventura e trilogie fantasy. Il primo libro, “Nihal della terra del Vento“, ha dato il via al ciclo “Mondo emerso”, la terra popolata secoli fa dagli Elfi, creature purissime che vivevano in armonia con la natura, la cui tranquillità fu rovinata dagli uomini e gli gnomi. “La ragazza drago” è invece una saga con protagonisti gli spiriti di alcuni draghi vissuti in epoche remote che sopravvivono nell’animo di alcuni ragazzi umani: i Draconiani. La serie fantasy si compone di cinque libri, il più recente dei quali, “L’Ultima Battaglia”, è da poco uscito il libreria. La regina del fantasy italiano svela come nascono le sue avventure e parla del rapporto giovani-lettura, sottolineando come i libri debbano rappresentare per loro un piacere e non un obbligo.

Che effetto ti fa essere considerata la regina del Fantasy italiano?
È una cosa divertente, cui cerco però di non pensare troppo. Si tratta in ogni caso di etichette, sicuramente piacevoli, ma solo etichette.

 

Da cosa nasce la scelta di scrivere libri Fantasy?
Non è stata una scelta consapevole. Ho iniziato a scrivere a sette anni, per lo più favole, racconti e il diario; per molto tempo non ho mai avuto una storia di cui mi sentissi abbastanza sicura per scriverci intorno un libro. Poi, un po’ sulla scorta di quel che stavo leggendo in quel periodo, durante il quale avevo iniziato ad avvicinarmi al fantasy (Tolkien, Rowling, Bradley), mi è venuto in mente il personaggio di Nihal, e finalmente mi sono sentita abbastanza sicura da sedermi alla scrivania. Guardando comunque col senno di poi alle cose che ho scritto in vita mia, tutte contengono un seme di fantastico.

 

Come nascono le tue storie? Da dove trovi l’ispirazione e la fantasia?
Dalla mia vita in generale. Tutto può essere carburante per l’ispirazione. Può essere una canzone, un film, un fumetto, un libro, un panorama, qualcosa che mi è successo. Luoghi che ho visitato a volte sono entrati, ovviamente trasfigurati, nei miei libri.

 

C’è uno dei tuoi personaggi a cui ti senti più legata?
Probabilmente Ido (uno dei personaggi principali della saga Fantasy Cronache del Mondo Emerso), che considero la mia creazione migliore. Separarmi da lui è stato difficile, visto per altro che è stato presente in sei dei miei libri, e ancora adesso a volte ne sento la mancanza.

 

Diversi libri fantasy sono diventati celebri film. Pensi che possa succedere anche con le tue storie?
Ci sono dei progetti in ballo, e i diritti sono stati acquistati da una casa di produzione, ma siamo in Italia, e da molti anni qui non esiste più una cultura di cinema di genere. Questo rende il progetto, già molto costoso di suo per ovvie ragioni, anche piuttosto rischioso. Al momento si stanno cercando partner per una coproduzione internazionale.

 

In Italia si legge poco. Quanto è importante abituare i ragazzi sin da piccoli a leggere?
Importantissimo. Noto sempre una profonda differenza nella capacità di capire le persone e il mondo tra quelli che leggono e quelli che non lo fanno. Credo che la lettura e le storie siano un’esperienza imprescindibile per un essere umano. In quest’ottica, è importantissimo trasmettere ai ragazzi l’amore per la lettura; in questo senso sono importantissimi ovviamente i genitori, ma quando questi mancano sarebbe compito della scuola educare alla lettura. Credo che spesso però questo compiuto non sia portato a termine al meglio, anche perché per molti anni alcuni insegnanti hanno presentato la lettura come un obbligo, più che un piacere. Noto però che di recente la tendenza si sta invertendo.

 

16 luglio 2012

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