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Anselmo Roveda, ”Il libro giusto può far sbocciare nei giovani l’amore per la lettura”

Non obbligare i ragazzi a leggere per forza, ma offrire loro l'occasione di scoprire il piacere della lettura. Lo afferma il giornalista e scrittore Anselmo Roveda. L'autore di libri per giovani lettori come L'ombra del lupo (2012), Ada decide (con V. Volonté, 2011), E vallo a spiegare a Nino (2011) è stato raggiunto dalla nostra redazione in occasione del Festival Letterario della Sardegna che si tiene in questi giorni a Gavoi...

L’autore di libri per ragazzi suggerisce i metodi migliori per accostare i più piccoli alla lettura

 

MILANO – Non obbligare i ragazzi a leggere per forza, ma offrire loro l’occasione di scoprire il piacere della lettura. Lo afferma il giornalista e scrittore Anselmo Roveda. Coordinatore redazionale del mensile Andersen – Il mondo dell’infanzia e collaboratore per diverse testate occupandosi di società e cultura, l’autore di libri per giovani lettori come L’ombra del lupo (2012), Ada decide (con V. Volonté, 2011), E vallo a spiegare a Nino (2011) è stato raggiunto dalla nostra redazione in occasione del Festival Letterario della Sardegna che si tiene in questi giorni a Gavoi.

 

Da cosa nasce l’idea di scrivere libri per i ragazzi?
Il piacere di scrivere anche per ragazzi è un idea che nasce dall’incontro con loro, dalla voglia di investire sul futuro da loro rappresentato. Nasce dalla volontà di formare coloro che saranno gli adulti di domani, e che avranno in mano il destino della società. Tra 20 anni, mi piacerebbe godere la mia vecchiaia ammirando una generazione di adulti capace di costruire una società migliore di quella che ho vissuto io da giovane.

 

Quale differenza c’è tra scrivere libri per adulti e scrivere opere rivolte ai ragazzi?
L’unica differenza sostanziale riguarda la lingua: deve essere più attenta, più pensata. Occorre tener presente che non tutte le parole possono essere utilizzate. Scrivere libri per ragazzi è più difficile, in quanto esige una capacità non tanto pedagogica, quanto letteraria più avvertita. La lingua che si utilizza non può essere una lingua scontata, facile, ma allo stesso tempo deve essere accessibile, che riesca a comunicare con il lettore. E’ un processo creativo non facile. Leggere e scrivere per noi autori sono cose piacevoli, mentre per loro sono cose più difficili da imparare, che ti conquistano dopo la fatica. Scrivere libri per adulti ti consente di avere una maggiore libertà di espressione.

 

Cosa si potrebbe fare per promuovere maggiormente la lettura?
La lettura è un piacere che si impara; una volta che si hanno le competenze adatte, la si può apprezzare.  L’amore per i libri può nascere in qualsiasi età della vita, ma a mio parere prima sboccia meglio è, in quanto permette di crescere meglio, con una ricchezza altrimenti inaccessibile. Negli incontri con i genitori e con gli insegnanti, dico spesso che l’importante è cogliere le narrazioni che ci fanno crescere, rappresentative del mondo, che ci permettono di rielaborare e condividere sentimenti ed emozioni che altrimenti non potremo vivere. Non bisogna però pretendere che i ragazzi leggano per forza, come avviene con i libri scolastici, perché sarebbe il miglior modo per farli disinnamorare dalla lettura. Occorre offrire ai bambini l’occasione di leggere, come avviene per tutti i piaceri.

 

Quali potenzialità hanno i libri rispetto ad altri mezzi di comunicazione?
Rispetto ad altri contenitori di storie e notizie, come le canzoni o i programmi tv, i libri ci consentono di accostarci alle narrazioni con un tempo personale, indipendente dal minutaggio di una canzone o di una trasmissione, ma legato esclusivamente alla propria capacità di lettura e alla propria necessità di rallentare ed accelerare. Un piacere che si può vivere da soli come in mezzo ad una piazza affollata, l‘importante è la connessione che avviene tra il lettore e la storia. Una cosa che i bambini, se si trovano di fronte ad una bella storia da leggere, percepiscono bene.

 

1 luglio 2012

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