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Demetrio Paparoni e l’impronta del divino nell’arte

La presentazione del nuovo libro del saggista siciliano, fra i più attenti osservatori dell’arte contemporanea

MILANO – Demetrio Paparoni, fra i più attenti osservatori dell’arte contemporanea, ha presentato ieri il suo nuovo libro edito da SKIRA: “Cristo e l’impronta dell’arte. Il divino e la sua rappresentazione nell’arte di ieri e di oggi”. Un’analisi lucida e ricca di riferimenti su come gli artisti abbiano affrontato con la loro arte il rapporto con il trascendente e in che modo abbiano interpretato l’immagine di Cristo, con l’obiettivo di rendere visibile l’invisibile. L’evento è stato moderato da Paolo Biscottini, direttore del Museo Diocesano, con il contributo di Moni Ovadia e Aldo Nove.

 

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L’ICONOGRAFIA CRISTOLOGICA – Al centro della presentazione una rassegna artistica che analizza i dipinti del passato correlandoli a quelli dell’arte moderna. Oggetto di studio oltre le mere considerazioni artistiche, è la figura di Gesù tra simbologie antiche, i miti ebraici, e moderne, cioè come Cristo influenza l’iconografia religiosa e non. “Molti vedono nel celebre ritratto di Che Guevara Gesù, è comprensibile” spiega Paparoni, “La nostra cultura è intrisa di immagini cristologiche. Le ritroviamo anche in autori non devoti”.

 

L’AUTORE – Paparoni, saggista e curatore di mostre d’arte contemporanea, iniziò a interessarsi a Cristo grazie ai cinesi, non era nella loro cultura ma se ne occupavano e questo lo incuriosì. Il fondatore nel 1983 della rivista d’arte contemporanea “Tema Celeste” ripercorre storicamente l’importanza della figura del Cristo nel mondo dell’arte.

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