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Michele Serra “La tecnologia sta diventando un obbligo”

Il giornalista scrittore parla del suo ultimo romanzo, scritto contro l’atteggiamento compulsivo indotto dalle tecnologie

PESCARA – Rischiamo di diventare tutti dei “digitambuli”, persone che camminano digitando, o forse in effetti lo siamo già. È tra i neologismi che Michele Serra propone nel romanzo “Ognuno potrebbe” (Feltrinelli, 2015), presentato nel corso del FLA Pescara Festival. Un romanzo scritto contro l’atteggiamento compulsivo indotto dalle tecnologie, con il consueto stile attento e brillante di Michele Serra.

SENSO DELL’UMORISMO – Come ha commentato il direttore artistico del Festival Luca Sofri, «La lettura del libro è incalzata dall’aspettativa della prossima espressione intelligente: appare chiaro che il senso dell’umorismo dell’autore si fa misura delle cose». Definizione calzante: proprio sulla misura si basa la vita di Serra: lui stesso dice di scrivere di satira dietro l’impulso che arriva nel notare una dismisura. «La dismisura, la mancata proporzione, è un nemico da combattere: siamo tutti malati di mancanza di freni, di controllo. L’importante è mantenere vivo uno sguardo diverso sulle cose».

IL FUTURO – Come vede il suo futuro? «Sono un giornalista anomalo, mi è sempre interessata più la scrittura che la notizia, perciò vorrei diventare uno scrittore, da vecchio, e magari diventare un (maldestro) contadino, così mi divertirei a fare satira su chi va a fare il contadino da vecchio. E mi piacerebbe studiare, studiare sul serio». In occasione dell’incontro, ha generosamente letto un estratto dal suo incipit, concludendo con una ulteriore riflessione, incalzata da Sofri, sulla sua scrittura: «Essere stato un autore di satira ha influenzato il mio stile con un ritmo che mi permette di non scadere nel prosaico».

LA TECNOLOGIA – Gli pseudonimi? Auspicabili. «Un libro che esce dietro pseudonimo è un libro felice, perché fatto solo dalle parole che lo compongono, senza nessun tipo di aspettativa legato al nome dell’autore. Mi sembra che un obbligo sia più qualcosa che toglie, invece di aggiungere: la tecnologia, per esempio, sta diventando un obbligo».

Cristina Mosca

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