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”L’impero del goal”, la graphic novel sul calcio scommesse che getta ombre anche sui mondiali di calcio

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Gianluca Monastra presenta questa interessante graphic novel sulle inchieste sul calcio scommesse scritta a quattro mani con Massimo Basile e illustrata da Pierluigi Minotti

 

MILANO – Mentre i titoli dei giornali impazzano contro la nazionale italiana di calcio per l’uscita dai Mondiali e mentre ancora in parti del globo si sta con gli occhi attaccati agli schermi speranzosi che il titolo di Campioni del Mondo venga vinto dalla propria nazionale, esce per Round Robin “L’impero del goal”. Un’interessante graphic novel sulle inchieste sul calcio scommesse scritta a quattro mani da Gianluca Monastra e Massimo Basile e illustrata da Pierluigi Minotti. La narrazione prende il via in Finlandia dalle dichiarazioni del primo grande pentito per arrivare nel nostro Paese con la scoperta dell’esistenza di due gruppi: i bolognesi e gli zingari. Un racconto lungo il globo che fa comprendere come tutto sia correlato, come organizzazioni criminali internazionali convivano con le mafie locali, come truccare una partita sia semplice anche perché la corda su cui premere spesso non è il denaro. La Fifa assicura che i mondiali sono senza ombre, ma leggendo questa graphic  novel, brillantemente sviluppata dagli autori, nulla appare così certo.

 

Come nasce “L’impero del goal”?

È nata in maniera semplice: la Round Robin e in particolare Luigi Politano ci aveva chiesto se volevamo scrivere una graphic novel sulle inchieste di Cremona e Bari.  Con Massimo poi, mentre raccoglievamo il materiale, ci siamo resi conto che sarebbe stato meglio allargare il discorso. Il pensiero diffuso nel nostro Paese e sintetizzato nelle parole del’Ex Ct Prandelli all’inizio dell’ inchiesta – “ Sono solo quattro sfigati”- , era in netto contrasto con quanto stavano scoprendo. Altro che quattro sfigati: intorno al calcio scommesse c’è una vera e propria organizzazione criminale internazionale.

 

Come avete sviluppato i documenti raccolti?

Volevamo semplificare al massimo la quantità di materiale a nostra disposizione. Dovevamo trovare un gancio per iniziare che potesse essere interessante per molti e lo abbiamo trovato in Wilson Raj Permural, il primo grande pentito dell’inchiesta. Pentito per necessità: Permural aveva iniziato a fare passi falsi, era diventato ingestibile per l’organizzazione che ora lo voleva eliminare. Quindi per lui era meglio pentirsi.

 

Non pensi che una graphic novel semplifichi troppo un’inchiesta giornalistica?

In realtà in qualsiasi inchiesta giornalistica si perde qualche cosa. È stata la mia prima graphic novel ed ero molto curioso di approcciarmi a questo genere. Credo che per un argomento come l’anima nera del calcio si presti molto bene: la graphic novel ha un’immediatezza che altri veicoli non hanno.

 

 

Uno dei protagonisti, Egan, incarna la pura passione per il calcio, ma anche la delusione. Il personaggio è inventato, ma basato su una figura reale dell’inchiesta.

Si, è stato sviluppato intorno a Chris Eaton per molto tempo responsabile della sicurezza della Fifa. Eaton ha provato ad applicare i sistemi che si usano nell’antiterrorismo anche al calcio, ma gli è stato impedito.  Alla fine ha mollato e se ne è andato perché ha capito che tutto sarebbe stato inutile, che in un contesto in cui già negli spogliatoi si dice che “nulla deve uscire” poco può essere fatto. Il calcio scommesse è un fenomeno presente dagli anni ’80: non se ne può uscire perché non se ne vuole uscire e questo per un appassionato del pallone fa ancora più male. Non ci sono neppure pene certe. Pensa allo stadio: è una zona franca dove un tifoso può picchiare o sputare difronte a un poliziotto senza che gli succeda niente.

 

 “Provate a mettere 200mila euro in contanti sul tavolo, qualcuno che accetta lo trovate”: è davvero così semplice?                                    
Non solo è semplice trovare qualcuno che accetti di collaboratore – un giocatore o un dirigente – ma la cosa più grave è che i giocatori lo fanno anche per noia. Dalle carte abbiamo scoperto che i giocatori scommetto seriamente anche sui bagagli all’aeroporto, soffrono di ludopatia. È facile così passare dal gioco del pallone al gioco sul pallone.

 

Leggendo “L’impero del goal”, le rassicurazioni della Fifa sui Mondiali

in corso suonano poco credibili.

In realtà alla vigilia dei Mondiali di Brasile 2014 è arrivata un’informativa che diceva che c’era la possibilità d’infiltrazioni. D’altronde suona inverosimile che, nel momento di massimi guadagni, il crimine internazionale – abituato a operare 24 ore su 24 – se ne stia buono.

Durante i mondiali del 2006, probabilmente, alcune partite sono state truccate e alla vigilia di quelli del 2014 sono arrivate delle informative preoccupanti: sono passati otto anni e nulla sembra essere cambiato.

 

Federica Rondino

 
1 luglio 2014

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