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Laura Anna Macor, ”Bisogna ‘aggiornare’ l’immagine del mercato librario italiano”

Passione, dedizione, vocazione, ma anche pazienza, tecnica, sacrificio. Sono queste le caratteristiche imprescindibili del ''mestiere di scrivere'' secondo Laura Anna Macor, la giovane ricercatrice di filosofia, autrice del libro ''Filosofando con Harry Potter. Corpo a corpo con la morte'' e tra le protagoniste di Popsophia 2012, il Festival del Contemporaneo che si sta tenendo in questi giorni a Civitanova Marche. Oltre a parlare del suo libro, la scrittrice parla della fase storica attuale e analizza la situazione editoriale italiana...

L’autrice di “Filosofando con Harry Potter” tra i protagonisti di Popsophia 2012 parla della fase storica attuale e analizza la situazione editoriale italiana

 

MILANO – Passione, dedizione, vocazione, ma anche pazienza, tecnica, sacrificio. Sono queste le caratteristiche imprescindibili del “mestiere di scrivere” secondo Laura Anna Macor, la giovane ricercatrice di filosofia, autrice del libro “Filosofando con Harry Potter. Corpo a corpo con la morte” e tra le protagoniste di Popsophia 2012, il Festival del Contemporaneo che si sta tenendo in questi giorni a Civitanova Marche. Oltre a parlare del suo libro, la scrittrice parla della fase storica attuale e analizza la situazione editoriale italiana.

 

Come vede la fase storica attuale?
Una fase di confusione, mascherata da chiarezza ideologica. La perdita di qualsiasi senso di appartenenza, politica in primo luogo, ha portato a una sorta di frammentazione dell’identità, che si ripercuote in un generale disorientamento velato da un’apparente solidità culturale. Ne sono la prova il disinteresse per la politica, la sfiducia verso i nostri rappresentanti “tradizionali” e il boom di modi alternativi di intervenire nella vita pubblica.
Astraendo dall’Italia e ampliando lo sguardo al panorama globale, il quadro non cambia: il tanto osannato Occidente non è esente da gravi contraddizioni interne che a rigor di logica dovrebbero pregiudicare la credibilità di tutto il suo fare. E così, anche l’ultima contrapposizione ideologica residua, Occidente vs Islam, non sembra che essere, a sua volta, il residuo di un meccanismo identitario ormai logoro.

 

Qual è il segreto per scrivere un bestseller?
Se lo sapessi … scherzi a parte. Credo che un bestseller sia il risultato di più fattori, non tutti meramente letterari, ma nemmeno tutti meramente economici. Certo, sono decisivi promozione, investimento da parte della casa editrice, visibilità nei maggiori canali di comunicazione e informazione, ma non sono tutto. Deve esserci anche da un lato la capacità di toccare nervi scoperti (ed è per questo che poi i bestseller danno il via a stagioni letterarie che diventano mode e, alla fine, caricature dell’opera prima), dall’altro la sapienza di un autore che sappia fare il proprio mestiere. Come in tutto, anche nella scrittura contano a mio avviso competenza e professionalità.

Come può l’Italia uscire dalla crisi?
Continuo a pensare che da momenti di crisi ci si risollevi attraverso forza, determinazione e qualità. Forza per non mollare, determinazione per crederci, qualità per dimostrare che non ci si è sbagliati. Questo trittico non credo sia sufficiente, perché, come dice Machiavelli, la metà delle nostre azioni non è in mano nostra, ma della Fortuna; certo però è necessario, visto che l’altra metà dovremmo gestirla noi.

Come promuovere la lettura in Italia?
Si dovrebbe “aggiornare” l’immagine del mercato librario italiano, restituendo un ritratto fedele del “sottosuolo” del mondo della grande editoria, quel sottosuolo dove proliferano piccole e medie case editrici che hanno il coraggio di investire su autori sconosciuti, più o meno giovani. Spesso si ha l’impressione che scrivere un libro sia solo uno sfizio all’interno di una carriera del tutto altra: si susseguono autobiografie, libri-documentari, confessioni … ma così non si fa che screditare la professione dello scrittore che è, appunto, una professione. Passione, dedizione, vocazione, sì; ma anche pazienza, tecnica, sacrificio. Se i lettori riscoprissero questa dimensione, la più vissuta in fondo, del “mestiere di scrivere”, forse saprebbero apprezzarne di più i risultati e darebbero maggiore credito anche a chi di questo mestiere cerca di fare un prodotto.

 

Ci parli del suo libro “Filosofando con Harry Potter. Corpo a corpo con la morte”. Da cosa nasce l’idea di quest’opera?
L’idea nasce nello stesso modo in cui nasce qualsiasi altra interpretazione di un testo letterario: dalla convinzione che ci sia del “non-detto” o del “non-proprio-esplicito” che sembra non essere stato colto dagli interpreti che ti hanno preceduto. Ho letto i sette volumi della Rowling come una fan, certo, una fan particolarmente attenta alle pieghe del testo proprio perché il mio lavoro è confrontarmi con testi di filosofia e letteratura, ma comunque pur sempre una fan.
La sorpresa nel rinvenire nei sette romanzi una struttura di fondo dalla raffinatezza e coerenza impressionanti è stata enorme: la saga è una meditatio mortis non solo in piena regola, ma anche in grande stile. La paura della propria morte e il lutto (anche anticipato) per la morte dei propri cari stanno alla base di una serie fantasiosa, ma soprattutto molto interessante di escamotage magici per allontanare ciò il futuro ci preannuncia come inevitabile o per rimuovere ciò che il passato non può più riportare a noi. Insomma, il tentativo di procrastinare o di cancellare il congedo definitivo è il vero tema della saga. La reale sfida che Harry si trova a fronteggiare non è una sfida tecnica, di abilità magica o di furbizia, ma una sfida umana. E cosa c’è di più umano del timore della morte, del dolore per la perdita delle persone amate e della tentazione di vincere entrambe?

 

13 luglio 2012

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