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Giuseppe Di Piazza, ”Nel mio nuovo romanzo sottolineo l’importanza delle origini”

Un noir sentimentale che si svolge tutto in sette giorni, tra Milano, Ginevra, Barcellona, e una Sicilia lontana ma protagonista. Eโ€™ questo โ€œUn uomo molto cattivoโ€, il nuovo romanzo del giornalista scrittore Giuseppe di Piazza...

L’illustre giornalista del Corriere è in questi giorni in libreria con “Un uomo molto cattivo”, un noir sentimentale che vede protagonista un manager dalla doppia vita, in bilico tra passato e presente

MILANO – Un noir sentimentale che si svolge tutto in sette giorni, tra Milano, Ginevra, Barcellona, e una Sicilia lontana ma protagonista. E’ questo “Un uomo molto cattivo”, il nuovo romanzo del giornalista scrittore Giuseppe di Piazza. Protagonista è Sari De Luca, un cinquantenne di successo, alla guida del più importante gruppo editoriale italiano, il quale all’improvviso vede riemergere il suo passato (è infatti l’ultimo discendente di un’importante famiglia mafiosa palermitana) in seguito al rapimento della sua amante da parte del boss mafioso Mommo Spadaro. Dopo “I quattro canti di Palermo”, Di Piazza ci presenta la sua ultima fatica letteraria.

Da cosa nasce l’idea di scrivere questo libro noir?
L’idea principale di questo noir era quella di valorizzare il “peso del sangue”. Capire quanto è importante l’origine di una persona, e quanto questa influisca e ritorni nel corso della propria esistenza. Per questo libro, ho attinto in parte dalla realtà. Protagonista del libro è, infatti, un uomo di origine palermitana che si allontana dalla sua terra per trasferirsi a Milano.


Qual è lo stato del genere noir in Italia?

Oggi il genere noir conta autori illustri,  come Giancarlo De Cataldo e Massimo Carlotto. Ci accomuna l’essere inclini alla malinconia, tipica degli autori che sposano questo tipo di scrittura. Credo che il noir rappresenti un filone da sempre molto ricco di autori e libri di qualità, e che ha avuto maestri del calibro di Leonardo Sciascia e Giorgio Scerbanenco, quest’ultimo a mio parere il maggior esponente del genere in Italia.

La Sicilia è una terra che da sempre ha dato alla luce scrittori importanti, basta pensare oggi a Camilleri, Genco, Agnello Hornby, Collura…Cosa accomuna lei a questi autori, oltre all’origine?
Ci accomuna un profondo senso dell’isola, un forte legame con la nostra terra che resta indissolubile anche dopo averla lasciata. Un tema che ho trattato nel mio precedente libro “I quattro canti di Palermo” e che spesso ritorna anche all’interno delle opere di altri miei colleghi. Penso ad esempio ad Antonio Calabrò, con il quale ho lavorato fianco a fianco come giornalista per il quotidiano “L’Ora”, e al suo libro “Cuore di cactus”.

Dal noir all’attualità. Cosa ne pensa dell’attuale situazione italiana?
Credo che ci siamo ficcati in un “cul de sac” dal quale è difficile uscire. I vari esponenti politici non hanno voluto cambiare l’attuale legge elettorale, allo scopo di fare ognuno i propri interessi. Il risultato è che oggi ci ritroviamo con il Paese diviso in 3 correnti di pensiero diverse, rispetto alle classiche due forze antagoniste che da sempre caratterizzano il pensiero occidentale.

 

19 aprile 2013

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