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Gianrico Carofiglio, ”L’autoassoluzione e la giustificazione dei propri errori è un’abitudine tipicamente italiana”

C’è chi cade a terra, ammette la caduta e si rialza, e c'è chi pretende di non essere caduto e comincia irrimediabilmente a divorziare dalla realtà. e' questa la 'Regola dell'equilibrio'' che da il titolo all'ultima opera di Gianrico Carofiglio...

MILANO – C’è chi cade a terra, ammette la caduta e si rialza, e c’è chi pretende di non essere caduto e comincia irrimediabilmente a divorziare dalla realtà. e’ questa la ‘Regola dell’equilibrio” che da il titolo all’ultima opera di Gianrico Carofiglio, opera che segna il ritorno dell’avvocato Guido Guerrieri ed il passaggio ad un altra ‘scuderia’ delle sue storie, da Sellerio a Rizzoli. In questa intervista, il giudice-scrittore ci spiega come il suo personaggio stavolta dovrà interrogarsi molto sul senso della sua professione e sulla sua dimensione morale, muovendosi in una zona grigia in cui spesso senza saperlo molti di noi si collocano.

In questo libro torna l’avvocato Guerrieri. Come lo ritroveranno i lettori affezionati al personaggio? Quali sono le novità a cui il personaggio dovrà far fronte in questo libro?
Il tempo passa per tutti, anche per Guerrieri. Sono trascorsi dodici anni dalla sua prima apparizione in “Testimone inconsapevole”, alcune cose sono cambiate e altre sono rimaste uguali, come la sua passione per la boxe e il rapporto non sempre facile con le donne. Stavolta dovrà interrogarsi molto sul senso della sua professione e sulla sua dimensione morale, muovendosi in una zona grigia in cui spesso senza saperlo molti di noi si collocano.

Qual è “La regola dell’equilibrio” che dà il titolo al libro?
A un certo punto della storia, a Guerrieri torna in mente una frase dei Fratelli Karamazov di Dostoevskij, che spesso citava suo nonno, secondo la quale chi mente a se stesso e dà ascolto alle proprie menzogne arriva a non distinguere più la verità, né in se stesso, né intorno a sé. Ecco, per l’avvocato la morale, o meglio l’equilibrio morale, sta nel comportarsi proprio al contrario. È inutile pretendere di non cadere mai, prima o poi tutti perdiamo l’equilibrio. Ma c’è chi cade a terra, ammette la caduta e si rialza, mentre chi pretende di non essere caduto comincia irrimediabilmente a divorziare dalla realtà.

Quanta “attualità italiana” c’è in quest’opera?
La tendenza a fingere di non essere caduti è una caratteristica molto italiana. L’autoassoluzione e la continua ricerca di giustificazione per i propri errori fanno ormai parte del nostro Paese, della sua vita pubblica. Una consuetudine diffusa che crea lo scollamento dalla realtà di cui dicevo sopra. Ed è il dilemma cui Guerrieri cerca di dare una risposta, proprio perché si trova di fronte a uno “smottamento morale”.

Come mai la scelta di pubblicare questo nuovo episodio con una diversa casa editrice?
I rapporti fra editori e autori assomigliano spesso a dei fidanzamenti, e a volte anche i fidanzamenti finiscono. Quello che mi preme sottolineare è che i rapporti, sia con Sellerio sia con Rizzoli, sono rimasti molto più che amichevoli.

Dal personaggio di Guerrieri è stata tratta una serie tv. Ci sono altri suoi libri o personaggi che le piacerebbe venissero trasposti in tv o al cinema?
Mi piacerebbe vedere Guerrieri al cinema, ma se dovessi scegliere un altro personaggio direi senz’altro Roberto Marias di “Il silenzio dell’onda”. Detto questo Annapaola, la protagonista femminile dell’ultimo romanzo, ha alcune caratteristiche cinematografiche, dalla moto alla mazza da baseball che porta sempre nel borsone.

27 novembre 2014

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