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Ferzan Ozpetek, ”L’amore non è né leggere né scrivere, per i sentimenti siamo guidati da leggi misteriose”

Ferzan Ozpetek per un attimo accantona la macchina da presa per cimentarsi in una nuova esperienza dal titolo “Rosso Istanbul”, romanzo dai tratti biografici che racconta...

BAROLO – Ferzan Ozpetek per un attimo accantona la macchina da presa per cimentarsi in una nuova esperienza dal titolo “Rosso Istanbul”,  romanzo dai tratti biografici che racconta, tra finzione e realtà, ricordi del regista turco: la madre, il rapporto (difficile) con il padre, le due “zie zitelle”e i primi amori perduti. Poi arriva Anna, donna conosciuta dal protagonista del libro sull’aereo per Istanbul, le cui vicende si svolgeranno in parallelo sfiorandosi e incrociandosi per tutto il romanzo. Un libro che mette allo scoperto alcune sfaccettature più intime di Ozpetek (“Sono un regista che ci mette la faccia, ho un rapporto di grande limpidezza e onestà con il mio pubblico”), alcune delle quali sono raccontate durante l’incontro con il pubblico al Collisioni Festival di Barolo.

 

IL RUOLO FONDAMENTALE DELLE DONNE – Le donne hanno da sempre rivestito un ruolo importante nella sua vita, a partire dalla nonna grazie alla quale scoprì il cinema da bambino. La donna, secondo il regista turco, ha la vera potenza sin dal momento della nascita. “Avere avuto donne intorno durante la mia vita” dice “è stato molto positivo”.

IL RAPPORTO CON IL CIBO – Uno dei tanti temi toccati nel romanzo e durante l’incontro a Barolo è il rapporto con il cibo,  di una tale importanza da essere inserito anche nel suo film d’esordio “Bagno Turco” e poi ne “La finestra di fronte”: “E’ la condivisione di un piacere, oggi quasi non parlerei più di cibo perché ormai ovunque ti giri c’è un cuoco (…) non mi piace quello che vedo, in cui preparano cose particolari, piccole dosi; sono molto contadino in questo, a me piacciono i sapori veri, i piattoni veri non le cose inventate”. La grande cultura di un paese, secondo l’autore, si vede anche a tavola: “E’ molto indicativo la varietà del cibo nella cultura di un posto”.

 

IL TEMPO CHE PASSA – L’uomo da sempre vive nel ricordo degli altri, partendo da questa convinzione il regista ammette di non aver paura della morte, ma piuttosto di provare un enorme fastidio: “Mi scoccia molto la morte, l’idea della morte. Soprattutto mi da molto fastidio perdere le persone e non vederle più”.

 

LETTERATURA E MUSICA – Approdato solo recentemente nel mondo degli scrittori, Ozpetek ammette di aver ereditato dal padre la passione per le poesie di Nazim Hikmet, uno dei più importanti poeti turchi dell’epoca moderna, tanto da citarlo in due dei suoi film “Le fate ignoranti” e “Il bagno turco” per inserirlo infine anche nel suo romanzo. Dopo aver citato altri importanti autori come Georges Simenon o Anna Maria Ortese, nel suo intervento il regista tocca anche il mondo della musica, ricordando Rino Gaetano: “Lui mi piaceva molto, lo seguivo molto, quando è morto mi è preso un colpo”.

 

LE CITTA’ E LA POLITICA – Nel romanzo Rosso Istanbul, il protagonista torna nella sua città Natale, come spesso avviene anche per il regista che da anni ormai vive tra la città turca e l’Italia. “Stare in due Paesi ti fa vivere le cose due volte, sia i dispiaceri sia soprattutto gli enormi piaceri!”. Una sorta di “doppia vita” in cui si creano continue nostalgie, in cui il tempo che passa cambia il modo di vedere di volta in volta le particolarità delle diverse località. Istanbul, una città in continua trasformazione già ripresa in passato in alcuni suoi film, torna nel suo libro attraverso location del proprio passato, come per esempio il luogo dove sorgeva la casa dove è vissuto da bambino. Un binomio Turchia-Italia molto importante per Ozpetek che dispensa elogi e critiche dal sapore romantico alle due realtà che lo hanno cresciuto e poi adottato; c’è spazio anche per una breve polemica su quell’Italia che “non ha voglia di cambiare”, in cui il brutto della politica ormai è diventato il quotidiano tanto da non creare più stupore.

 

L’AMORE – Argomento tenuto in coda all’incontro, è forse il più importante per l’autore. L’importanza di avere persone vicino anche nei momenti peggiori (come la malattia) è fondamentale, tanto da voler rimarcare il concetto in diverse sfumature in tutte le sue creazioni cinematografiche. Il sentimento quindi è perno centrale anche del suo romanzo, del quale regala uno stralcio al pubblico di Collisioni: “(…) Non dimentichiamo mai le persone che abbiamo amato, perché rimangono sempre con noi, qualcosa le lega a noi in modo indissolubile anche se non ci sono più. (…) Ho imparato, e su questo ha ragione mia madre, che è impossibile amare due persone contemporaneamente ma a volte succede ed è inutile resistere negare o combattere. (…) ho imparato che l’amore non è solo sesso, ma molto molto di più. Ho imparato che l’amore non è né leggere né scrivere; per i sentimenti siamo guidati da leggi misteriose, forse è il destino, forse un miraggio, comunque qualcosa di  imperscrutabile e inspiegabile. Perché in fondo non esiste mai un motivo per cui mi innamoro, succede e basta. Per entrare nel mistero bisogna superare il confine e varcare la soglia, e cercare di rimanerci in questo mistero il più a lungo possibile.”

 

Nicola Di Gregorio

21 luglio 2014

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