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Ettore Randazzo, ”Il linguaggio comune sta rovinando la purezza della lingua italiana”

INDAGINE SULLA LINGUA ITALIANA - ''Quello che ieri era da bocciatura a scuola, oggi รจ corretto da dire''. E' quanto afferma lโ€™avvocato e scrittore siracusano Ettore Randazzo, che con il suo recente libro ''E forse una condanna al silenzio'' ha portato alla luce un tema delicato: il mancato rispetto oggi nella pratica quotidiana delle classiche norme appartenenti alla lingua italiana...

L’avvocato e scrittore siracusano con il libro “E forse una condanna al silenzio” lancia un tema importante: il mancato rispetto oggi delle classiche norme della lingua italiana

 

MILANO – “Quello che ieri era da bocciatura a scuola, oggi risulta corretto da dire”. E’ quanto afferma l’avvocato e scrittore siracusano Ettore Randazzo, che con il suo recente libro “E forse una condanna al silenzio” ha portato alla luce un tema delicato: il mancato rispetto nella pratica quotidiana delle classiche norme appartenenti alla lingua italiana.

COSTANTE  CAMBIAMENTO – Secondo l’avvocato e scrittore siracusano, il fenomeno del cambiamento della lingua italiana è difficile da giudicare. “La nostra lingua è sempre in costante cambiamento. A coloro che sono affezionati alle vecchie parole e ai vecchi modi di dire, questa può sembrare un’involuzione. Occorre prendere atto che si tratta di un fenomeno che va da solo, che non segue delle regole prestabilite.”

RIMPIANTO PER IL PASSATO – Secondo l’autore di “E forse una condanna al silenzio” nella prassi quotidiana non vengono più rispettate le regole essenziali dell’italiano, quelle che una volta gli insegnanti spiegavano minuziosamente sui banchi di scuola. “Personalmente, rimpiango i tempi passati. Quello che ieri era da bocciatura, oggi è corretto dire. Questo è un po’ il tema del saggio alla base del mio libro, in cui il protagonista, un professore d’italiano, rivendica la purezza della lingua e si schiera contro l’uso errato che se ne fa, finendo addirittura sotto processo per aver cercato di difendere la nobiltà della lingua italiana.”

 

DAI FORESTIERISMI AI TERMINI LATINI – L’avvocato e scrittore Ettore Randazzo sottolinea come il mutamento della lingua sia un fenomeno naturale incontrollabile, del quale si può discutere ma che non si può condizionare. “Personalmente, non mi piacciono molti termini stranieri che oramai fanno parte della lingua italiana. Inoltre, non mi piace la dispersione delle parole latine, riportate in maniera sbagliata. Ad esempio, la parola “vigilantes” usata anche al singolare, oppure il termine “mass media” che va pronunciato in latino e non in inglese.”

IL RUOLO DEI GIORNALISTI – Nonostante la situazione precaria della lingua italiana, l’avvocato-scrittore rimane ottimista. “Ritengo che i termini esteri non minino la lingua italiana. Una volta c’erano i francesismi, oggi invece il fenomeno avviene con le parole anglosassoni. Nonostante tutto, abbiamo una lingua stupenda; per difenderla occorre soltanto continuare a parlarla ed a scriverla nel corretto modo. Da questo punto di vista, i giornalisti possono incidere maggiormente con il loro lavoro sul lessico quotidiano, utilizzando espressioni e termini più eleganti.”

 

2 ottobre 2012

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