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Come realizzare opere d’arte con semplici matite colorate, l’esperienza di Marco Mazzoni

I grandi capolavori possono nascere anche con strumenti semplici. Non solo la tela e colori a olio, non marmo o pregiati pennelli, ma con matite colorate: è questo il segreto di Marco Mazzoni che, attraverso sfumature delicate, crea un universo sensibile e poetico...

Dal 17 aprile al 23 maggio 2015, la Galleria Giovanni Bonelli ospita, per la prima volta nel suo spazio milanese, la personale di Marco Mazzoni

 

 
MILANO – I grandi capolavori possono nascere anche con strumenti semplici. Non solo la tela e colori a olio, non marmo o pregiati pennelli, ma con matite colorate: è questo il segreto di Marco Mazzoni che, attraverso sfumature delicate, crea un universo sensibile e poetico. La ricerca dettagliata del soggetto, diventa il momento stesso in cui l’artista lo destruttura e lo trasforma in altro, i volti non sono reali, concreti, ma sono veri nella loro disperazione o in una speranza che si copre di farfalle e fiori. La natura si adultera al punto da confondersi in un sogno disperato di carta e pastello, ecco l’arte di Marco.

 
LA MOSTRA – Il titolo della rassegna, “Home”, curata da Alberto Mattia Martini, vuole essere sia una metafora di un ritorno a casa, dopo anni all’estero, sia una riflessione intima su come nascano e si sviluppino le sue creazioni. In questo caso, Mazzoni ha posto l’accento sull’importanza del proprio vissuto e delle relazioni interpersonali che hanno contribuito alla sua formazione.

 
Ora, dopo due anni di esposizioni in Europa e Stati Uniti, Mazzoni torna in Italia per presentare 20 lavori inediti, caratteristici della sua cifra espressiva più peculiare, come i disegni su Moleskine, allegorie del mondo animale riportate sulle pagine del famoso sketchbook, sia le sue donne floreali, interpretazioni contemporanee delle antiche figure delle sagge curatrici che detenevano i segreti terapeutici delle erbe e dei fiori.

 
Materializzazione concreta di questo concetto è la “casetta” appositamente allestita al centro della galleria. All’interno è stata ricreata una visione sublimata dell’ambiente domestico dove vive, con disegni, schizzi, fotografie e, matite, unico medium della sua produzione artistica.

 
L’ARTISTA – Classe 1982, le matite di Marco si imprimono sulla carta da quando era bambino, da quando il padre, dirigente di una cartiera nella periferia di Tortona lo faceva disegnare con i pastelli su quei campioni di carta che controllava per lavoro. Le punte colorate di Marco Mazzoni adesso fanno nascere un universo. Dall’appennino piemontese ha raccolto l’attenzione alla natura e la città che lo ospita, Milano, ha aggiunto al suo tratto sofisticato un pulviscolo lieve che fa perdere il colore e dissolve i particolari in un ensemble che si accende in una mancanza o in una presenza.

 
Nei suoi lavori la natura sembra prendere il sopravvento sulla figura umana: ma in questo non c’è nulla di drammatico, tutto è naturale. Marco vuole descrivere così l’estasi del contatto, l’estasi estrema, che brucia gli occhi. Ecco perché l’artista non disegna mai cli occhi delle sue enigmatiche figure. Se ci fossero gli occhi nei suoi lavori, il fruitore penserebbe a un ritratto e non a una specie di natura morta (che è quello che vuole rappresentare). Il suo tentativo è quello di creare un ciclo tra uomo-pianta-animale, e nessuno è avanti all’altro. Se elimini gli occhi non rappresenti una donna, ma LA DONNA, che è qualcosa di totalmente diverso.

 
Completa l’esposizione un catalogo-diario realizzato con disegni e schizzi autografi in cui sono riportati pensieri, note, appunti di amici, artisti, critici, e persone care che hanno accompagnato la sua crescita personale e professionale, tra cui un breve racconto firmato dal curatore che, in modo immaginifico e surreale, accompagna il lettore tra le opere esposte.

 

 
18 aprile 2015

 

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