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Colleen McCullough, l’autrice da ricordare non solo per ”Uccelli di rovo”

Alcuni giorni fa si è assistito ad un revival dei miti per casalinghe disperate anni Ottanta quando è stata annunciata la morte, a 77 anni e dopo una lunga malattia degenerativa, di Colleen McCullough, autrice australiana celebrata universalmente per aver scritto...

Alcuni giorni fa si è assistito ad un revival dei miti per casalinghe disperate anni Ottanta quando è stata annunciata la morte, a 77 anni e dopo una lunga malattia degenerativa, di Colleen McCullough, autrice australiana celebrata universalmente per aver scritto il polpettone Uccelli di rovo, storia d’amore un po’ scabrosa tra un prete e una giovane donna trasposta anche in uno sceneggiato che fece furore su Canale 5 in quel decennio.

 

Ora, Colleen McCullough avrà anche scritto Uccelli di rovo, ma nel suo curriculum c’era molto altro che sarebbe giusto ricordare. Innanzitutto l’autrice era innanzitutto un medico, che aveva esercitato per vari anni a Sidney, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, dove aveva anche insegnato neurologia alla Yale Medical School di New Haven.

 

Alla scrittura era arrivata intorno ai quarant’anni, dopo essere tornata in Australia, dove si era trasferita poi nell’isola di Norfolk, scrivendo innanzitutto storie d’amore come Uccelli di rovo, Tim e L’altro nome dell’amore, ma poi sperimentando altri generi. Nel suo curriculum figurano opere molto eterogenee e interessanti, come il ritratto di società con qualche spunto paranormale Le signore di Missolungi (1987), il fantastorico Il canto di Troia (1998), racconto dell’epopea omerica, i due romanzi storici L’altra parte del mondo (2000) e L’ultimo orizzonte (2003), il fantadistopico La passione del Dr. Christian (1985), il romanzo di formazione La casa degli angeli (2004), l’omaggio irriverente a Jane Austen L’indipendenza della signorina Bennett (2008).

 

Senza contare i due cicli narrativi a cui l’autrice ha dedicato più tempo e fatica: la saga sull’antica Roma, composta da sette libri usciti tra il 1990 e il 2007, ambientata tra la caduta della Repubblica e l’avvento dell’Impero, e la serie thriller su Carmine Delmonico, investigatore italoamericano negli States degli anni Sessanta, di cui in italiano sono usciti solo per ora Come la madre e La morte in più e di cui si spera di poter vedere tradotti gli altri tre. Due serie agli antipodi ma entrambe molto avvincenti e interessanti: e se nella serie romana, composta da I giorni del potere, I giorni della gloria, I favoriti della fortuna, Le donne di Cesare, Cesare: il genio e la passione, Le idi di marzo e Cleopatra, rivive un mondo con gusto del romanzesco ma grande ricerca storica, nei thriller la McCullough racconta storie di investigazione poliziesca moderne, non compiaciute ma crude, tra serial killer, problemi sociali e razziali, vita privata e pubblica di un eroe che resta nel cuore di chi legge.

 

I romanzi di Colleen McCullough sono quasi tutti reperibili in italiano e meritano una lettura, sia da parte di chi conosce solo i tormenti romantici di Uccelli di rovo, sia di chi ha liquidato l’autrice anni e anni fa come una specie di Liala pruriginosa senza voler scoprire gli altri universi che ha saputo creare.

 

Elena Romanello

 

6 febbraio 2015

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