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Attentato di Parigi, le reazioni degli scrittori italiani

In seguito all'attentato di Parigi, ecco il punto di vista di alcuni illustri scrittori del nostro panorama letterario.

MILANO โ€“ Lโ€™attentato che ha colpito venerdรฌ sera Parigi non ha lasciato indifferenti intellettuali, scrittori ed artisti di tutto il mondo. Sono diversi gli scrittori che con un post, un commento o semplicemente unโ€™immagine hanno scelto di rendere omaggio alle vittime ed esprimere il proprio dolore ed il proprio pensiero in merito gli incresciosi episodi. Vi abbiamo giร  presentato il punto di vista di autori come Michela Murgia e di Andrea Vitali, di seguito troverete i commenti di altri illustri scrittori del nostro panorama letterario.

 

MASSIMO GRAMELLINI. Il celebre giornalista e scrittore รจ intervenuto nel corso del programma โ€œChe tempo che faโ€, dando vita ad un toccante monologo sul tema. Eccolo di seguito.

โ€œSiamo nella fase dellโ€™indicibile. In nome di cosa รจ successo tutto questo? Puรฒ esistere un Dio che vuole che gli esseri umani ammazzino altri esseri umani innocenti? Il problema non รจ Dio, ma le persone che si sono autonominate suo portavoce. La prima reazione di tutti noi รจ stata la rabbia, la voglia di andare laggiรน e spaccare tutto, come accaduto lโ€™11 settembre. Eโ€™ una reazione inutile, perchรฉ lo Stato Islamico non รจ il Terzo Reich: se uccidi il califfo non finisce tutto.

Per superare la rabbia, dobbiamo avere il coraggio di essere piรน forti della paura. Questa guerra non la vicineremo lanciando bombe o alzando muri, ma restando fermi, lucidi e giusti. Di errori in Medio Oriente ne abbiamo fatti fin troppi. Dobbiamo restare dentro lโ€™albero della Democrazia. Eโ€™ grottesco combattere il Terrore rinnegando i valori che vogliamo difendere, scritti nelle nostre Costituzioni.

Il coraggio non dobbiamo averlo solo noi, ma gli immigrati ed i rifugiati islamici, isolando e denunciando gli estremisti. Una volta che decidono di venire a vivere in Occidente, i loro fratelli siamo diventati noi. Se sei venuto in Europa, non puoi piรน coprire con lโ€™omertร  chi non crede nella tolleranza e lo Stato laico, i nostri valori. Solo tutti insieme possiamo trasformare questa difficile convivenza in una vera integrazioneโ€.

 

ALESSANDRO Dโ€™AVENIA. Lโ€™autore per commentare lโ€™increscioso episodio di terrorismo ha scelto di riprendere una pagina del suo libro โ€œBianca come il latte rossa come il sangueโ€. Ecco lโ€™estratto.

โ€œ Incenerire i sogni. Bruciare i sogni รจ il segreto per abbattere definitivamente i propri nemici, perchรฉ non trovino piรน la forza di rialzarsi e ricominciare. Non sognino le cose belle delle loro cittร , delle vite altrui, non sognino i racconti di altri, cosรฌ pieni di libertร  e di amore. Non sognino piรน nulla. Se non permetti alle persone di sognare, le rendi schiave. E io, saccheggiatore di cittร , adesso ho bisogno solo di schiavi, per regnare tranquillo e indisturbato. E cosรฌ, non rimanga parola su parola. Ma solo bianca cenere dei sogni antichi. Questa รจ la distruzione piรน crudele: rubare i sogni alla gente. Lager pieni di uomini bruciati con i loro sogni. Nazisti ladri di sogni. Quando non hai sogni li rubi agli altri, perchรฉ non li abbiano neanche loro. Lโ€™invidia ti brucia il cuore e quel fuoco divora tutto.โ€

 

ROBERTO SAVIANO. Lo scrittore sul suo blog e su Facebook ha postato il suo personale punto di vista. Ecco un estratto.

Gli attentati di Parigi non hanno preso di mira ambasciate o parlamenti, ma i luoghi della nostra felicitร  quotidiana. Trovo le parole incapaci di misurare anche a tentoni ciรฒ che sta accadendo. Qualcuno vuole (finge di invocare) la guerra santa, altri lโ€™abbraccio universale. Salto come tutti da un sito allโ€™altro, chiamo amici giornalisti inviati a Parigi per capire meglio. Poi vedo il video di persone che scappano dal concerto, ci sono ragazzi che trascinano dei corpi, probabilmente giร  cadaveri, sono i loro amici.

Capiscono ciรฒ per cui vale la pena vivere: la libertร  di scegliere. Scegliere dove andare in vacanza, a che ora uscire per fare la spesa, che musica ascoltare, che persona amare, dove andare a mangiare, come poter passare insieme il tempo. Ecco cosa hanno voluto attaccare. Ma dobbiamo ricordare sempre il valore di questa libertร , di cui uomini e donne, senza volerlo, ci hanno mostrato il peso specifico. Un concerto, una cena, una partita di calcio sono la costituzione della nostra libertร . Il segno della possibilitร  di scegliere. Ricordiamolo ogni volta che siamo lรฌ, semplicemente a vivere.

 

ERRI DE LUCA. Lo scrittore napoletano decide di affidarsi ad una lettera rivolto ad unโ€™amica per manifestare il suo punto di vista in merito agli episodi del 13 novembre. Vi riportiamo di seguito alcuni estratti.

โ€œSono dalla parte di ogni perseguitato per antica scelta di campo. Sulla Palestina sto dalla parte del popolo palestinese, oppresso da parte israeliana e oppresso dalla sua dirigenza. Subisce un doppio torto, da fuori e da dentro. Ma non sto con Hamas, nรฉ con l’Isis che sta prendendo piede a Gaza e che combatte insieme a Hamas contro il governo egiziano. Non sto dalla parte del governo israeliano. Anche il popolo di Israele soffre di un governo non interessato alla soluzione pacifica. Sia l’autoritร  palestinese che Netaniahu sono anzi legittimati dalla continuazione del conflitto.

Ho scritto delle righe per Gerusalemme, non per gli Ebrei. Ho scritto per una cittร  minacciata da se stessa, perchรฉ chi compie attentati suicidi รจ un cittadino di quella cittร , proviene da uno dei suo quartieri. Scrivo da uno dei miei punti di vista sghembi, da un angolo stretto, non da una terrazza panoramica. Ho scritto in questo caso dal piano stradale di quel luogo febbrile, dove tre religioni monoteiste si sono sovrapposte una sull’altra da millenni. Non scelgo tra i feriti i preferiti. Considero ferito a morte, prima ancora di venire ucciso, il ragazzo che accoltella un suo concittadino preso a caso.

Questo รจ solo il mio punto di vista, non รจ un manifesto in cerca di firme e di consenso. Chi รจ in disaccordo puรฒ dirmi che mi sbaglio, che non apprezza quel punto di osservazione della realtร , e finisce lรฌโ€.

 

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