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Antonio Calabrò, ”Il segreto per uscire dalla crisi è l’innovazione”

Ricerca, trasformazione, sguardo aperto alle novità internazionali. Ecco come le aziende possono trasformare questo periodo di crisi in un’opportunità di rilancio per le loro realtà secondo Antonio Calabrò, autore del libro ''La morale del tornio''...

MILANO – Ricerca, trasformazione, sguardo aperto alle novità internazionali. Ecco come le aziende possono trasformare questo periodo di crisi in un’opportunità  di rilancio per le loro realtà secondo Antonio Calabrò, autore del libro ”La morale del tornio”. Per contniuare a competere su mercati aperti ed esigenti, il Consigliere delegato della Fondazione Pirelli e responsabile del Gruppo Cultura di Confindustria auspica un supporto da parte del governo, attraverso ‘intelligenti scelte di politica industriale’. Banco di prova in tal senso sarà l’Expo 2015, la vetrina delle eccellenze italiane dove Milano si apre al mondo come luogo dell’accoglienza, a patto che ‘si sappia raccontare al mondo, come cardine dello sviluppo del Paese, testimoniando un’Italia che diventa attrattiva per gli investimenti internazionali e sa competere sui grandi mercati del mondo’.

 

In cosa consiste la morale del tornio, da cui trae origine il nome del libro?
Il titolo nasce da un’acuta battuta di Giulio Tremonti: “C’è più moralità in un tornio che in un certificato d’una banca d’affari”. E indica la necessità di rilanciare il valore dell’economia reale rispetto alla stagione della cosiddetta “economia di carta”, caratterizzata dall’avidità finanziaria, dalle speculazioni, dal privilegio della finanza senza regole e senza controlli: una situazione che è stata all’origine della Grande Crisi. Il tornio rappresenta il simbolo della civiltà industriale, dei valori della produzione e del lavoro ben fatto, dell’umanità della fabbrica come luogo delle trasformazioni e delle relazioni. Tornio, insomma, come emblema di una nuova “civiltà delle macchine” che si fonda su valori forti della sostenibilità ambientale e sociale, dell’economia condivisa e collaborativa, di una “competitività” che ricordi l’origine stessa della parola: “cum petere”, andare insieme verso un comune obiettivo: lo sviluppo più equilibrato e giusto. L’Italia, paese di fabbriche d’eccellenza, di distretti industriali, di manifattura d’avanguardia, ha tutte le carte per giocare questa partita da protagonista. Il cardine della crescita, racconta il mio libro, sono le “neo-fabbriche”, luoghi in cui produzione, ricerca, formazione, cultura, servizi si fondono in un originale universo industriale particolarmente competitivo. D’altronde, siamo pur sempre il secondo paese manifatturiero della Ue dopo la Germania, no?    

 
Impresa è cultura: quale legame unisce queste due identità e in che modo la cultura ed i beni artistici italiani possono rappresentare ancora oggi un volano per il rilancio del nostro Paese?
Nell’impresa industriale, racconta ‘La morale del tornio’, si fondono, in modo originale, la cultura umanistica e la cultura scientifica, per dare vita a una ‘cultura politecnica’ che comprende i valori del ‘bello e ben fatto’. Il gusto artistico d’una imprenditoria e d’una forza lavoro che hanno respirato le atmosfere della migliore cultura classica e hanno vissuto e fatto proprie, nel tempo, la sapienza e la curiosità scientifica di Leonardo e Galileo, degli illuministi napoletani e lombardi, del “Politecnico” di Cattaneo e dell’intelligenza di Giulio Natta, premio Nobel per la chimica. E’ un’eredità forte. Che ha ancora sapore d’attualità e sguardo rivolto al futuro.

 

Come le aziende possono trasformare questo periodo di crisi in un’opportunità  di rilancio per le loro realtà?
Innovando. Continuando cioè a fare quello che le imprese migliori hanno saputo fare negli anni delle maggiori difficoltà. Ricerca, trasformazione, sguardo aperto alle novità internazionali. Interventi innovativi sui prodotti e sui sistemi di produzione, sull’organizzazione, sulle culture della gestione, sulle relazioni industriali, sui nessi tra prodotti e servizi. Crescendo. Esportando. Investendo all’estero. L’impresa, soprattutto quella industriale, è la parte più innovativa del sistema Paese, allenata a competere su mercati aperti ed esigenti. E tocca al Paese, al governo, supportare l’impresa con intelligenti scelte di politica industriale, fondata appunto sul sostegno a ricerca, innovazione, internazionalizzazione. Sono i valori della cultura industriale di cui c’è ampia eco nelle pagine de ‘La morale del tornio’: una dimensione da imprenditori, manager, tecnici e operai che sappiano essere anche un po’ “ingegneri filosofi”.

Il libro è un viaggio nell’universo produttivo italiano, con un particolare focus su Milano. A pochi giorni dall’inizio dell’Expo, come pensa che il capoluogo lombardo, e in generale l’Italia, debbano sfruttare questa opportunità agli occhi del Mondo?
L’Expo è la vetrina delle eccellenze italiane. Milano si apre al mondo, come luogo dell’accoglienza (una sua tradizione storica, riportata all’attualità). Ma deve anche sapersi raccontare al mondo, come cardine dello sviluppo del Paese, testimoniando un’Italia che diventa attrattiva per gli investimenti internazionali e sa competere sui grandi mercati del mondo. L’Italia delle qualità della cultura, della vita, dell’industria, dell’equilibrio. Sono caratteristiche forti del nostro patrimonio. Da giocare come carte d’un migliore sviluppo, come esempio d’un nuovo equilibrio economico e sociale valido per tante aree del mondo. Una ‘morale del tornio’ di gran qualità.  
 

9 aprile 2015
 
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