Sei qui: Home » Libri » Alessandro Baricco, ”Se vogliamo che i libri di carta continuino a piacere, devono essere brillanti già dalla copertina”

Alessandro Baricco, ”Se vogliamo che i libri di carta continuino a piacere, devono essere brillanti già dalla copertina”

“Non parlerò del mio libro”. Un incontro atipico ma allo stesso tempo interessante e ricco di spunti quello alla Scuola Holden con Alessandro Baricco, organizzato in occasione dell’uscita della sua ultima opera “La sposa giovane”....

MILANO – “Non parlerò del mio libro”. Un incontro atipico ma allo stesso tempo interessante e ricco di spunti quello alla Scuola Holden con Alessandro Baricco, organizzato in occasione dell’uscita della sua ultima opera “La sposa giovane”, da oggi in libreria. L’incontro è stato l’occasione per visitare la Holden, la scuola di Storytelling & Performing Arts fondata a Torino nel 1994 dallo stesso Baricco, e di confrontarsi con lo stesso autore su diversi temi legati alla scrittura ed alla letteratura.

 

IL SEGRETO DELLA COPERTINA – Come già detto, Alessandro Baricco ha scelto per il suo ultimo libro di non procedere con la classica promozione che vede gli autori in giro per librerie e festival letterari, ne tantomeno ospite da Fazio o all’interno di altri contenitori televisivi. “Ho parlato tantissimo dei miei libri quando ho iniziato, ricordo negli anni ’90 le ospitate al Maurizio Costanzo Show. Nel corso degli anni la comunicazione relativa a un libro è cambiata molto”. Cerchiamo di parlare comunque del suo ultimo libro, facendoci spiegare dallo stesso autore il perché della copertina, a cui ha a lungo lavorato con l’illustratore Tanino Liberatore e della quale esistono due versioni con due tipi di carta differente. “Mi era già successo in passato di realizzare due copertine diverse: una tradizionale e l’altra no. Ho deciso di far decidere ai lettori la loro preferita. Quando si lavora e ci si diverte, possono venir fuori tante cose originali. Se vogliamo che i libri di carta continuino a piacere e ad essere una gioia per tutti, occorre che siano un pochino più brillanti già dalla copertina”.

 

COME NASCONO I SUOI LIBRI – Coma nascono i libri di Baricco? E’ lo stesso autore a raccontarcelo. “Annoto particolari e spunti su dei bigliettini di carta. Non tutti lavorano così: molti miei colleghi scrivono in maniera lineare, io invece mi appunto su dei bigliettini delle note che poi metto insieme per la realizzazione dei miei libri”. Quindi si passa a parlare del rapporto che l’autore ha con gli altri scrittori. “Tra autori non si parla mai dei propri libri. Se ci fosse stato qualcosa da dire in più, lo si sarebbe aggiunto all’interno del libro. Al massimo si può parlare di “artigianato”, di come mai ha scelto quel tipo di finale per qual libro…”

 

IL RAPPORTO CON GLI ALTRI AUTORI – Il suo essere scrittore ha cambiato il suo modo di leggere gli altri autori, o ha mantenuto un piacere della lettura senza essere contaminato dal mestiere? “Se tu scrivi libri per tanti anni, hai iniziato a leggere a 13 anni, sicuramente leggi in un modo particolare. Non sei in una situazione normale: sei un incrocio tra un perverso, che oramai non si eccita più per nulla, e un annoiato, che si sente superiore. Siamo tutti “falsati” noi che facciamo questo mestiere. Ogni autore ha uno sguardo unico, figlio della propria esperienza e dei propri libri. Ogni scrittore ha un angolatura unica ed irripetibile”. Ha mai pensato Baricco di scrivere con uno pseudonimo? “Assolutamente no. Ho scritto il libro su uno che fa questo, quindi probabilmente è una cosa che mi affascina e mi intriga, ma sono lontanissimo da una cosa simile. Sarebbe troppo faticoso”.

 

COME E’ CAMBIATA LA SCRITTURA – Infine, non si poteva non parlare della sua “creatura”, la Scuola Holden, e di come sia cambiata la scrittura in 21 anni al suo interno. “Ho visto molti ragazzi veramente talentuosi, che poi hanno deciso di svolgere altri mestieri. Questo tipo di “diversificazione” del talento è abbastanza obsoleta. I ragazzi che sono qua al secondo anno potrebbero fare tutto: arrivano già con una conoscenza forte delle grammatiche, in quanto intorno a loro raccolgono più stimoli rispetto al passato. La specializzazione non è più come un tempo: oggi tutte le arti sono contaminate, tutti i prodotti sono meno autoreferenziali, con il cinema che guarda alla letteratura, al teatro. Nel tipo di storia, come tipo di approccio alla scrittura, da qualche anno ho constatato un declino ideologico del finale: non è più un luogo “alto” del tuo gesto di narratore. Il “baricentro” della narrazione letteraria si è spostata. Ciò deriva dal lento progredire delle serie tv come modello, che hanno abituato gli stessi lettori ad avere un approccio diverso con la letteratura”.

 

18 marzo 2015

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione Riservata