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Addio a Gore Vidal, spirito libero e irriverente

Scompare a 86 anni una delle personalità più discusse e irriverenti americane. Il suo stile inconfondibile e il suo collocarsi al di fuori di ogni schema lo ha portato per primo a rompere tabù inconfutabili come l'omosessualità. Dotato di un forte spirito critico, la sua vis polemica lo spinse a prendere posizioni dure contro la sua nazione in occasione dei tragici attentati terroristici dell'11 settembre...

 

Scompare una personalità forte e chiacchierata nell’America della seconda metà del Novecento

 

MILANO – E’ morto a 86 lo scrittore, saggista, sceneggiatore, e anche candidato politico, che amava scandalizzare e provocare l’America. Se ne va Gore Vidal, personalità forte e controversa del panorama culturale americano e mondiale. A dare notizia della sua scomparsa, come ha scritto il Los Angeles Times, è stato il nipote di Vidal, morto a causa delle complicazioni di una polmonite nella sua casa di Hollywood. Qui si era trasferito dopo la morte del suo compagno Howard Austen, lasciando l’Italia dove aveva trascorso oltre trent’anni tra Roma e la sua famosa villa di Ravello.

LA CARRIERA – Una carriera lunga, prolifica e contornata di grandi successi e casi editoriali. Ha sempre desiderato essere ricordato come «la persona che ha scritto le più belle frasi dei suoi tempi». Nel corso degli anni ha portato alla luce 25 romanzi, opere teatrali e opere incentrati sia sui personaggi dell’antica Roma, come il romanzo sull’imperatore Giuliano – uno dei suoi più grandi best seller – sia sulle personalità di punta della storia americana, come Abraham Lincoln. Ma a scandalizzare l’America puritana del dopoguerra e che segnò la sua carriera fu il libro «The City and the Pillar», tradotto in Italia «La statua di sale», in cui si racconta la storia, con tratti fortemente autobiografici, di un giovane che scopre la propria omosessualità.

TEATRO E CINEMA – A cavallo fra gli anni ’50 e ’60 Gore Vidal si dedicò al teatro e al cinema. Arrivò anche a conquistare la nomination al Tony Award con «The Best Man», un’opera teatrale con cui portò in scena lo scontro segreto di due politici che si contendevano la nomination democratica. Per il grande schermo scrisse, invece, le sceneggiature di «Improvvisamente, l’estate scorsa» e «Ben Hur». La passione per il cinema lo portò addirittura, nel 1972, a interpretare se stesso in un cameo di «Roma» del maestro Fellini.

L’IRRIVERENZA – Gore Vidal amava vestire i panni e incarnare lo spirito di un moderno Voltaire, in grado di riservare commenti sferzanti e sagaci contro le pazzie americane e la società a lui contemporanea. Un esempio emblematico di questa sua immensa dote si ha col saggio «United States», con il quale ottenne, nel 1993, il National Book Award. In quest’ora sono contenuti saggi letterari e politici dalla vena polemica e a tratti dissacratoria: indimenticabili restano i ritratti irriverenti del gotha dei presidenti americani. Quello che destò più scalpore fu quello della famiglia Kennedy in «The Holy Family». Gli ultimi anni della sua vita coincidono con la presidenza di George W. Bush Junior e con l’incubo tremendo degli attacchi dell’11 settembre: Vidal tornò, come nel suo spirito battagliero, a occuparsi con forza e passione alla scrittura di articoli duri nei confronti della sua nazione, come ad esempio «United States of Amnesia».

 

1 agosto 2012

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