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La proposta di Franceschini: Pantheon a pagamento

Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali, ha rilasciato una dichiarazione che fa già discutere: introdurre un biglietto di ingresso al Pantheon.

MILANO – Durante la presentazione del nuovo allestimento delle Gallerie Barberini e Corsini, Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali e del Turismo, ha rilasciato una dichiarazione che fa già discutere: quella di introdurre un biglietto di ingresso al Pantheon. “Penso che entro la fine della legislatura per visitare il Pantheon si pagherà il biglietto, magari anche basso” (fonte Ansa.it), ha dichiarato il Ministro, aggiungendo che le risorse derivanti dalla vendita dei biglietti potranno servire, ha aggiunto il ministro dei Beni culturali, per il mantenimento ed i restauri, ordinari e straordinari della struttura. Oppure versati per il 20% nel fondo di solidarietà del Ministero, come già fa buona parte dei monumenti della Capitale.

Il monumento viene visitato ogni anno da oltre 7 milioni di persone, ma non tutti gli accessi sono da attribuirsi al turismo: il Pantheon è infatti un luogo di culto, ed è quindi frequentato anche per motivazioni religiose. Su questo punto, il Ministro ha precisato che  bisogna “far convivere la visita dei turisti a pagamento con le celebrazioni per i fedeli”.

LA POLEMICA – L’introduzione di un biglietto per i luoghi di culto è una pratica già diffusa in molte città: non solo nelle grandi città d’arte, anche nei comuni minori le amministrazioni hanno introdotto delle tariffe per l’intera area religiosa, o per alcune sue parti.  Non tutti però sono d’accordo con questa misura e, come viene riportato da Repubblica.it, nell’Amministrazione romana la proposta non è stata accolta di buon grado, soprattutto perché segue di poco l’annuncio della creazione di un parco archeologico comprendente Colosseo, l’area del Foro romano, del Palatino e alla Domus aurea. L’introduzione di un biglietto al Pantheon si metterebbe quindi sulla scia di scelte volte a creare una distinzione netta fra luoghi “turistici” e luoghi urbani, in cui i primi rimangono isole, bolle non dialoganti con il tessuto della città a cui appartengono. L’assessore alla Cultura della Capitale Luca Bergamo, intervistato da Repubblica.it, ha dichiarato che rimane sua convinzione che “questo patrimonio vada integrato il più possibile nella vita della città per produrre un’esperienza che vada oltre l’ora e mezzo che passo a visitare i Fori imperiali. Roma muore col turismo mordi e fuggi”, aggiungendo che “Colosseo, Fori, Domus Aurea: tutto recintato. Invece di pensare a un grande percorso urbano dal Celio alle Terme di Caracalla si punta a uno strumento commerciale per un turismo veloce”.

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