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A Roma gli scavi hanno portato alla luce uno scenario pompeiano

A Roma è stata rinvenuta intatta una struttura in legno in seguito agli scavi della Soprintendenza archeologica in un pozzo della metro C

MILANO – Continuano gli scavi nella Città Eterna e le sorprese non tardano ad arrivare. Proprio oggi all’incrocio tra via della Ferratella e via Amba Aradam, è stato portato alla luce uno scenario pompeiano. Gli scavi per la metrò C hanno portato alla scoperta di due vani di un edificio, databile tra il II e il III secolo d. C, rimasti carbonizzati e come pietrificati dopo un violento incendio oltre ai resti di un cane e di preziosi mosaici.

L’AREA DELLO SCAVO –  La zona interessata agli scavi comprende le pendici meridionali del Celio, il colle che in età imperiale vide nascere sulla sua sommità lussuose abitazioni aristocratiche e in basso, a sud, una serie di edifici militari.I segreti della città vengono portati alla luce da alcuni dettagli interessanti. I diversi materiali rinvenuti, infatti, mostrano le particolari tecniche di costruzione degli edifici romani e di fabbricazione del mobilio nella media età imperiale. Un materiale che, secondo gli esperti, si conserva solo in eccezionali condizioni ambientali e climatiche, o in seguito ad eventi straordinari, come nel caso di Pompei ed Ercolano.

ELEMENTI RINVENUTI – Al piano terra dell’edificio crollato per l’incendio, si è scoperta una parete con un affresco di tipo lineare a fondo bianco, degli inizi del II secolo, con riquadri con motivi di fantasia in cui figura un fiore con corolla sopra una sorta di candelabro vegetale. Particolare attenzione viene posta ad elementi di arredo in cui figurano lavorazioni di falegnameria più elaborate. Sono state recuperate, così, una gamba di sgabello o di tavolino, un altro piede più massiccio appartenente probabilmente a una cassapanca, e un ulteriore pezzo facente parte di una balaustra di legno. Per finire è stata riportata alla luce anche una grande tavola rettangolare e frammenti di uno stipite con tracce di lastre di vetro di una finestra. Oltre agli elementi di arredo sono venuti fuori anche degli scheletri di un cane e del suo cucciolo. Dalla posizione in cui sono stati ritrovati gli scheletri, il cane era accucciato davanti a una porta, rimasto intrappolato nell’edificio al momento dell’incendio. In base allo stato in cui son state rinvenute le porte dell’edificio, si pensa che a causare l’incendio sia stato un terremoto. E’ in corso anche la messa in luce del pavimento a mosaico dell’ambiente che contiene i resti del solaio ligneo. Sui resti dell’edificio si pensa che potrebbe trattarsi  di ambienti di rappresentanza dell’edificio militare, considerando la presenza di un sistema di riscaldamento, forse di tipo termale, e il pregio dei rivestimenti fatti di mosaici, affreschi e lastre marmoree.

PRECEDENTI SCAVI – Già lo scorso mese erano stati rinvenuti dei primi resti del solaio carbonizzato, costituiti da resti di parti di un mosaico pavimentale in bianco e nero e alcuni frammenti di intonaco delle pareti e del soffitto. Sono emerse  anche parti appartenenti alla struttura lignea portante del solaio: una grossa trave, che conserva sia gli incassi per l’inserzione dei travicelli trasversali sia una grossa chiodatura in ferro. Per adesso lo scavo archeologico continuerà per altri quattro metri fino a quindici metri di profondità.

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