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Raffaello e Perugino, a Brera per la prima volta i due Sposalizi

Il primo dialogo tra tre opere voluto dal direttore braidense Bradburne

MILANO – Chiunque abbia studiato storia dell’arte si รจ trovato almeno una volta a confrontare lo Sposalizio della Vergine realizzato da Pietro Vannucci, detto il Perugino, conย quello di Raffaello Sanzio. A porre l’inevitabile paragoneย รจ la storia stessa. Per questo la Pinacoteca di Brera di Milano ospita dal 17 marzo fino al 27 giugno i due capolavori, per il primo dialogo tra un’opera della collezione – quella dell’urbinate – e una proveniente da altri musei, cioรจ quellaย del Perugino che Napoleone portรฒ al Louvre e che unย direttore, avendone antipatia, “relegรฒ” a Caen, dove รจ tuttora conservata.

GALEOTTO FU L’ANELLO – Originariamente il Perugino fu incaricato di realizzare la maestosa opera per la Cappella del Santo Anello nel Duomo di Perugia, dove era conservata la reliquia dell’anello nuziale della Vergine. L’“anulo pronubo” fu a lungo conteso fra Chiusi e Perugiaย e fuย Innocenzo VII, a porre fine alla guerra fra le due cittร  assegnandolo ai perugini. Passata alla storia la frase di Braccio Baglioni, signore della cittร , meglio perdere “lo stato e li figlioli” che l’anello di Maria, quella reliquia che un frate avevo rubato per vendetta e offerto alla cittร  per ricevere una degna accoglienza.

 

 

IL CONFRONTO FRA GLI SPOSALIZI –ย ย Quando il giovane Raffaello fu incaricato di realizzare uno sposalizio non potรฉ ignorare l’opera di quello che Vasari definรฌ “il meglio maestro d’Italia”. ย L’urbinate, non รจ chiaro se fu “preso a bottega” da il Perugino, quel che รจ certo รจ che entrรฒ in contatto con lui e ne osservรฒ il lavoro.ย L’artista, molto impegnato dalle tante commissioni perugine, iniziรฒ la tavola nel 1501 e la terminรฒ nel 1504. Il Vannucci reinventรฒ per l’occasione lo schema della Consegna delle Chiavi della Cappella Sistina, come memorabile modello. Sullo sfondo del quadro si staglia un tempio ottagonale, simbolo della Chiesa, e ancora piรน dietroย le morbide colline umbre. La finestra del tempio รจ perรฒ chiusa mentre la porta rimane aperta, e a differenza di quella di Raffaello sullo sfondo il cielo non รจ limpido ma si intravede la montagna. Il sacerdote Simeone รจ perfettamente simmetrico al tempio, davanti a lui i due sposi, con Giuseppe concentrato a infilare l’anello nuziale e la Vergine che si tocca il grembo, quasi a sentire la presenza di Gesรน. Dietro alla coppia, un pubblico variegato e dagli sgargianti copricapi: alcune donne e deiย pretendenti che assistono alla cerimonia, con uno di loro che spezza anche un ramo.ย La prima opera che Raffaello firmรฒ fu proprioย Lo sposalizio della Vergine,ย commissionato dalla famiglia Albizzini per la cappella di San Giuseppe nella chiesa di San Francesco a Cittร  di Castello. La versione del “discreto e gentil giovane”ย (realizzata nel 1504) รจ piรน piccola e si concentra maggiormente sui dettagli, perfino nelle espressione dei volti. Tra le differenze da notare l’inversione del gruppo maschile e femminile, motivata semplicemente da una diversa collocazione nelle cappelle. Raffaello abbandonรฒ la disposizione a fregio del maestro, disponendo le figure in semicerchio. Salta anche la simmetria del sacerdote, che inclina la testa quasi a sorridere comeย beneplacito all’unione. Il tempio raffaelliano haย sedici lati e, slanciatoย daย una peristasi di archi e colonne,ย ottiene maggioreย ariositร . La struttura, risiede piรน in alto nelle gradinate ed essendo piรน lontana la scorgiamo per intera, compresaย la scritta che il ventunenne appose “RAPHAEL URBINAS”.

 

800px Raffaello Spozalizio Web Gallery of Art

 

 

DUE SPOSALIZI,ย TRE… ANZI QUATTRO! –ย Un grande maestro con l’allievo di talento, quattroย sposalizi (due poco amati), un anello sacro con tanto di poteri,ย animano questaย storia degna di un racconto cavalleresco.ย Fu perรฒ Bonaparteย a far proseguire l’avvincente vicenda.ย Dopo le requisizioni napoleoniche a Perugia si sentรฌ l’urgenza di trovare un sostituto del capolavoro del Vannucci, insomma un altro sposalizio. L’allora direttore dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, nel 1814, realizzรฒ in prima persona una tela. Si trattรฒ perรฒ di un dipinto infelice, ambientato all’interno un tempio appesantito dalle colonne tortili, in un probabile richiamo al tempio di Salomone. Per questo, nel 1822, il conte Filippo degli Oddi, priore perpetuo della compagnia, commissionรฒย un nuovo sposalizio a Jean Baptiste Wicar, quello che Jacques-Louis David definiva il piรน grande disegnatore di Francia. Un “pennello di prim’ordine” ma anche uno dei membri della commissione napoleonica che requisรฌ le opere d’arte italiane. Wicar, e non solo per colpa del suo passato, venne criticato per il dipinto: gli sposi inginocchiati, le donne vestite alla pariginaย e con le braccia scoperte, definite “lusinghiere e seduttrici”. Contestateย –ย in lettere anonime, opuscoli di stampa e pamphlet – perfinoย le corone di rose, poco tradizionali. Incompreso nella sua cifra stilistica resta una delle migliori opere della maturitร  dell’artista francese.

A Brera รจ possibile ammirare i tre sposalizi principali, quello di Raffaello, quello de il Perugino e infine la tela di Wicar.

 

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