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Nei quartieri periferici di Milano nasce il museo d’arte aumentata

I murales dislocati al di fuori dei tradizionali circuiti dell'arte milanese, vogliono essere la voce di quei quartieri meno conosciuti della città

MILANO – Arte che si afferma con convinzione nei più svariati motivi e colori sui muri delle città. Siamo a Milano tra Giambellino-Lorenteggio, Adriano-Padova-Rizzoli,Corvetto-Chiaravalle-Porto di Mare, Niguarda-Bovisa, QT8-Gallaratese. Cinque quartieri periferici del capoluogo lombardo in cui la bellezza dell’arte urbana si mostra in un grande museo a cielo aperto.

Il progetto MAUA

I disegni realizzati da ragazzi e digital artist coinvolti sul territorio, non vogliono essere uno sfogo artistico fine a se stesso. I murales dislocati nei vari quartieri e quindi fuori dai tradizionali circuiti dell’arte della città, vogliono dare ed essere la voce di quei quartieri meno conosciuti e con più problematiche della città. MAUA nasce a partire dal progetto “Milano città aumentata”, uno tra i 14 vincitori del “Bando alle periferie” promosso dal Comune di Milano per ripensare e valorizzare i quartieri. Dall’idea di inclusione e partecipazione attiva, il progetto ha coinvolto attivaemente gli abitanti dei quartieri fin dalla prima fase di ricerca e che ha portato alla creazione della più grande mappatura finora realizzata della street art a Milano con 218 opere e tour alternativi.  Agli abaitanti dei quartieri selezionati, dunque, è stato chiesto di scegliere quelle che per loro sono le opere più rappresentative della propria zona e di fotografarle insieme a studenti e professori della scuola CFP Bauer. Un esperimento che ha portato così all’acquisizione di 50 opere oltre alla scoperta di sorprendenti murales.

Realtà aumentata

La visita di questo particolare museo a cielo aperto non si ferma per strada e sui muri dei quartieri. Ciò che è stato progettato è un vero e proprio percorso in base al quale, una volta arrivati sul posto, ci si immerge in un’esperienza in forma digitale. Ogni opera, inquadrata con lo smartphone, ne genera una nuova e si trasforma in un lavoro di digital art, appositamente creato per il museo grazie a tecnologie di realtà aumentatae all’app Bepart. L’applicazione funziona anche per chi non può recarsi direttamente sul posto in quanto in diretta o dal pc di casa, si può sperimentare l’emozione dell’arte in 3D,  inquadrando con lo smartphone le immagini. Un modo per rendere visibile agli occhi di tutti la mappatura cittadina fatta di 218 opere fotografate, frutto di 115 ore di workshop e del lavoro di 150 ragazzi coinvolti sul territorio e 50 digital artist.

Foto: stazione di San Cristoforo

Autore:joker-street-art

Realtà aumentata-autore: Yuki Bagnard

 

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