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Marcel Duchamp e la rivoluzione dell’opera d’arte

Provocazione, lotta alle convinzioni comuni e nuova idea di arte sono i concetti chiave del lavoro di uno tra i maggiori artisti del Novecento

MILANO – Provocazione, lotta alle convinzioni comuni e nuova idea di arte sono i concetti chiave del lavoro di uno tra i maggiori artisti del Novecento, Marcel Duchamp. Egli ha, di fatto, costruito un nuovo prototipo di artista da intendersi come intellettuale sempre pronto a proporsi in maniera inaspettata, anche solo per il piacere di essere diverso dal normale. Ha elevato l’anormalità, intesa come rifiuto di qualsiasi norma, a pratica sia di arte sia di vita. La sua attività, pur saltuaria, non perde mai il gusto della provocazione, e l’invenzione dei «ready-made» ne è uno degli esempi più classici. Duchamp ha influenzato l’arte d’avanguardia e anticipato molti movimenti artistici del secondo dopoguerra; è autore di opere provocatorie, come il Nu descendant un escalier n. 2 (1912), che quando fu presentato suscitò grande scandalo.

 

I PRIMI ANNI – Marcel Duchamp nasce a Blainville (Rouen, Francia) il 28 luglio 1887. Incomincia a dipingere da giovanissimo, fin da quando aveva 15 anni, influenzato dalla tecnica degli impressionisti. Nel 1904 si trasferisce a Parigi, dove raggiunge i fratelli Gaston. Frequenta per qualche tempo l’Académie Julian ma, annoiato, la abbandona quasi subito. Negli anni dal 1906 al 1910 le sue opere manifestano caratteri di volta in volta diversi, in rapporto alle influenze del momento: prima Manet, poi l’intimismo di Bonnard e Vuillard, e per finire il Fauvismo. Nel 1910 dopo aver visto per la prima volta le opere di Paul Cézanne, abbandona definitivamente l’impressionismo e Bonnard. Per un anno Cézanne e il Fauvismo saranno i suoi riferimenti stilistici; ma anche questa “passione” è destinata a durare poco. Negli anni 1911 e 1912 dipinge tutte le sue più importanti opere pittoriche: Ragazzo e ragazza in primavera, Giovane triste in treno, Nu descendant un escalier nº2, Il re e la regina, circondati da nudi veloci, Il passaggio della vergine alla sposa. Nel 1913, all’Armory Show di New York, Nu descendant un escalier nº2 è l’opera che suscita maggior scandalo. Esaurite le possibilità esplorative con la pittura, inizia a lavorare al Grande Vetro. L’opera comprende un insieme di elementi grafici su lastre di vetro e metallo ed è ricca di simbologie inconsce ed alchemiche. Il suo significato è difficilmente decifrabile, ma può essere considerata una globale, ironica contestazione, sia della pittura, sia più in generale dell’esistenza umana.

 

I READY-MADE E NEW YORK – Nascono anche i primi ‘ready-made’, oggetti d’uso comune dotati di statuto artistico, tra cui la celebre Ruota di bicicletta. L’anno successivo acquista e firma lo Scolabottiglie. Nel 1915 si trasferisce a New York dove inizia la grande amicizia con Walter e Louise Arensberg. Consolida i suoi contatti con Francis Picabia e conosce Man Ray. Prosegue gli studi per la realizzazione di Mariée mise à nu par ses Célibataires, meme (1915-1923), che non porterà mai a termine. Nel 1917 realizza il famoso Fountain, che viene rifiutato dalla giuria della Society of Independent Artists. Viaggia prima a Buenos Aires, poi a Parigi, dove incontra tutti i principali esponenti dell’ambiente dadaista, che di lì a qualche anno daranno vita al surrealismo. Nel 1920 è di nuovo a New York. Insieme a Man Ray e Katherine Dreier fonda la Société Anonyme. Assume lo pseudonimo di Rose Sélavy. Si cimenta con la fotografia sperimentale e i lungometraggi e realizza i primi ‘dischi ottici’ e ‘macchine ottiche’.

 

GLI ULTIMI ANNI – Nel 1923 comincia a dedicarsi professionalmente al gioco degli scacchi e abbandona quasi completamente l’attività artistica. Unica realizzazione è il film Anémic Cinéma. Riprende l’attività artistica soltanto nel 1936, quando partecipa alle mostre del gruppo surrealista a Londra e a New York. Comincia a progettare la Boite en válise, una raccolta portatile delle riproduzioni delle sue opere più significative. Sorpreso in Francia dallo scoppio della guerra, nel 1942 s’imbarca per gli Stati Uniti. Qui si dedica soprattutto alla sua ultima grande opera, Étant donneés: 1. la chute d’eau, 2. le gaz d’éclairage (1946-1966). Partecipa a mostre e ne organizza e allestisce a sua volta. Nel 1954 muore l’amico Walter Arensberg, e la sua collezione viene donata al Philadelphia Museum of Art. Ne fanno parte ben 43 opere di Duchamp, tra cui gran parte delle opere fondamentali. Nel 1964, in occasione del cinquantesimo anniversario del primo ‘Readymade’, in collaborazione con Arturo Schwarz, realizza un’edizione numerata e firmata dei suoi 14 più rappresentativi Readymade.
Marcel Duchamp muore a Neuilly-sur-Seine il 2 ottobre 1968.

 

 

 

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