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Le opere più belle di Canaletto in mostra a Roma

Dall'11 aprile al 19 agosto Roma offre la possibilità di visitare alcune delle opere più belle di Canaletto

MILANO – Per celebrare i 250 anni dalla scomparsa di Giovanni Antonio Canal, (Venezia 1697 – 1768) meglio conosciuto come il Canaletto, Roma offre la possibilità di visitare alcune delle opere più famose della mano del pittore veneziano. Saranno esposte 68 delle sue opere tra dipinti e disegni. La mostra si terrà al Museo di Roma dall’11 aprile al 19 agosto.

 

La mostra

La mostra è accompagnata da un ciclo di visite guidate gratuite per le scuole di Roma e della città metropolitana e da una serie di attività didattiche a pagamento per il pubblico non scolastico. Canaletto è uno dei più noti artisti del Settecento europeo. Con il suo genio pittorico ha rivoluzionato il genere della veduta ‒ ritenuto fino ad allora secondario ‒ mettendolo alla pari con la pittura di storia e di figura, anzi, innalzandolo a emblema degli ideali scientifici e artistici dell’Illuminismo.Il suo percorso affascina e coinvolge. Dalla giovinezza tra Venezia e Roma come uomo di teatro e impetuoso pittore di rovine romane, al suo ritorno da Roma come stella nascente sulla scena delle vedute veneziane. Prosegue poi arrivando al successo internazionale, con le commissioni degli ambasciatori stranieri per le ampie tele che rappresentano le feste della Serenissima in loro onore – in mostra si può ammirare il magnifico Bucintoro di ritorno al Molo il giorno dell’Ascensione del Museo Pushkin – e l’entusiasmo dei turisti inglesi del Grand Tour. Per loro le luminose vedute di Venezia, così ricche di dettagli architettonici e di vita quotidiana, rappresentano i più incantevoli souvenir del viaggio. Non mancano, però, imprevisti e sfortune: a Londra deve pubblicare annunci sulla stampa per rispondere ad alcune voci denigratorie e, tornato a Venezia, viene eletto accademico delle Belle Arti con difficoltà. Infine, come accade a molti geni, la morte lo coglie in povertà.

Le opere

Tra i dipinti, alcuni dei quali esposti per la prima volta in Italia, vanno menzionate le due parti di un’unica, ampia tela, raffigurante Chelsea da Battersea Reach, tagliata prima del 1802 e riunita in questa mostra per la prima volta. La parte sinistra proviene da Blickling Hall, National Trust, Regno Unito, quella destra dal Museo Nacional De Bellas Artes de la Habana, eccezionalmente concessa in prestito dal governo cubano. Accanto ai dipinti sono esposti 9 disegni, dai piccoli studi preparatori ai magnifici fogli di ampie dimensioni accuratamente rifiniti e destinati ai più raffinati collezionisti o a essere incisi, come L’incoronazione del doge sulla Scala dei Giganti, della serie delle Solennità dogali, concesso in prestito da Jean-Luc Baroni Ltd. di Londra.La scelta è intesa a illustrare la genesi delle creazioni dell’artista, svelando il lavoro “dietro le quinte”, la sua capacità di catturare la realtà e di trasformarla con la fantasia, facendo così dissolvere l’immagine stereotipata di “Canaletto fotografo”. Viene presentata la sua intera parabola come pittore e disegnatore per definirne le diverse fasi tecniche e stilistiche: dalla maniera libera e drammatica delle prime opere – sulle quali si è posto un accento particolare – alle immagini più affascinanti di Venezia e a quelle eleganti del soggiorno di nove anni in Inghilterra, fino ai tardi, sofisticati capricci. Altro tema ricorrente in mostra è l’indagine sul collezionismo delle sue opere.

 

Il percorso

Il percorso, concepito come un vero e proprio dossier sulla personalità e la creatività di Canaletto, si snoda attraverso otto sezioni che raccontano il suo rapporto con il teatro, il capriccio archeologico ispirato alle rovine dell’antica Roma, i primi successi a Venezia, gli anni d’oro, il rapporto con i suoi collaboratori e l’atelier e la presenza del nipote Bernardo Bellotto (con alcuni precisi confronti tra le versioni del maestro e dell’allievo della stessa veduta), le vedute di Roma e dell’Inghilterra, gli ultimi fuochi d’artificio al ritorno a Venezia. Completano il percorso espositivo alcuni documenti dell’Archivio di Stato di Venezia. In occasione dell’esposizione viene pubblicato un ricco ed esaustivo catalogo, edito da Silvana Editoriale e a cura di Bożena Anna Kowalczyk, che include alcuni saggi sull’artista e la sua opera, presentando al pubblico e agli studiosi gli esiti delle più recenti ricerche storiche e archivistiche, così come i risultati degli studi sulla sua tecnica e il suo metodo di lavoro.

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