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L’arte rende i vostri figli persone migliori. Lo rivela uno studio

Secondo uno studio, i bambini che sono esposti ad attività artistiche e mostre ottengono dei benefici dal punto di vista sociale che vanno al di là della loro sensibilità creativa

MILANO – Chi ama l’arte e la cultura, come noi, conosce bene quanto sia importante l’arte da apprendere a scuola. Sebbene ciò non viene ritenuto vero in molte scuole del mondo, dove lo studio delle materie e le attività artistiche vengono sempre più ridotte, un team di scienziati presso l’Università di Arkansas ha cercato di dimostrare scientificamente i benefici dell’esposizione all’arte per i più piccoli. Lo studio, pubblicato su “Education Next” e “Educational Researcher”, dimostra che gli studenti abituati a frequentare istituzioni culturali, come musei e centri d’arte, non solo acquisiscono una maggiore predisposizione dal punto di vista artistico, ma dimostrano anche di sviluppare maggiori livelli di tolleranza, di empatia, così come una migliore capacità di memorizzare ciò che imparano e di sviluppare un pensiero critico competenze.

L’ARTE INFLUENZA I RAGAZZI  – “I cambiamenti sono  misurabili e significativi –  ha affermato Jay P. Greene, professore di riforma dell’istruzione e ricercatore dello studio all’interno dell’articolo tratto da Co.create. In particolare, un solo percorso museale è stato capace di trasmettere “una netta influenza sugli studenti.” Secondo Greene, gli studenti protagonisti di questa gita si ricordavano quello che avevano imparato “anche senza una ragione esterna per farlo, come un compito in classe o un test.”

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L’ESPERIMENTO – Quando il Crystal Bridges Museum of American Art ha aperto a Bentonville, Arkansas, quasi cinque anni fa, sono state concesse visite gratuite a circa 11.000. Ogni gruppo di visitatori (sorteggiati) hanno visto cinque dipinti nel corso di un’ora. Le gite mettevano lo studente direttamente a contatto con le opere d’arte, senza un curatore che facesse da tramite. In questo modo, gli studenti hanno appreso informazioni minime su ogni quadro e ne hanno parlato tra loro in maniera semplice. Circa tre settimane dopo, gli studenti hanno compilato un questionario circa la loro esperienza museale. Oltre a ricordare le informazioni sui quadri che avevano visto, è stato chiesto loro domande di carattere generale circa la loro tolleranza verso gli altri e se si sono sentiti in grado di entrare in empatia con le persone di varie epoche storiche. Infine, è stato chiesto di scrivere un saggio breve di un nuovo dipinto – “The Box” di Bo Bartlet – che non era in mostra al museo. Gli studenti che erano stati sorteggiati ma che non avevano partecipato al tour, hanno formato il gruppo di controllo dello studio. Anche a loro è stato consegnato lo stesso questionario. Una giuria imparziale ha giudicato tutti i questionari ed i saggi.

L’ARTE TI RENDE SMART E SENSIBILI – Il team di Greene è rimasto sorpreso da quante informazioni di tipo “accademico” il gruppo di test aveva appreso e ricordato sui dipinti del museo, in particolare alcuni dettagli storici legati ad essi. “Questo tipo di nozioni non sono solitamente raccontate dal curatore della mostra – spiega Greene. Ciò significa che il tipo di visita ha costretto gli studenti a fare nel corso della visita importanti e pertinenti domande sui dipinti. Ma qualcosa legata all’esperienza al museo ha anche permesso agli studenti di ricordare queste informazioni quasi un mese più tardi. Questo è importante, considerando quanto velocemente la maggior parte dei ragazzi dimentichi ciò che hanno studiato a scuola quando ci sono delle verifiche in classe. Inoltre, quando si trattava di analizzare il quadro familiare, Greene afferma  che esiste “un grande aumento del grado di attenzione da parte degli studenti che erano stati al museo di arte. Essi notavano molto meglio i dettagli rispetto a coloro che non erano stati al museo.” Essi erano stati migliori anche nello sviluppare un pensiero critico legato all’arte, e sono stati in grado di entrare in empatia con le persone e gli scenari raffigurati, cosa che invece non è avvenuta con il gruppo di controllo.

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LA PREDISPOSIZIONE AD APPRENDERE DEI RAGAZZI – “Prima dello studio, un sacco di gente ci ha detto che i bambini sarebbero solo capaci di guardare fuori dalle finestre”, spiega Greene. “Beh, ciò non è vero. Essi sono attenti ad assorbire informazioni dall’esterno.” In parte, ciò è legato al tipo di esperienza che è stata proposta ai ragazzi all’interno del museo.. Ma Greene sospetta la ragione sia anche collegata anche al fatto che  agli studenti è stato proposto un ambiente diverso da quello solito scolastico, mettendoli di fronte ad un ambiente coinvolgente dal punto di vista culturale.

COINVOLGERE AIUTA AD APPRENDERE – “Si può dare agli studenti una riproduzione ad alta qualità di un dipinto, ma non è la stessa cosa” dice. “E’ la stessa differenza che c’è tra la visione di un telepredicatore e andare in chiesa. E’ il motivo per cui musei e le chiese investono in architettura. Il grado di coinvolgimento permette alla gente di avere la giusta mentalità per recepire i messaggi legati ad una certa esperienza.” L’esperimento ha dimostrato come  i bambini in visita al museo per la prima volta abbiano mostrato un considerevole aumento di pensiero critico, empatia e tolleranza. Naturalmente, i consigli scolastici vogliono ancora sapere se l’esperienza di visitare un museo d’arte può aiutare gli studenti a migliorare le loro capacità di pensiero critico rispetto ai metodi più tradizionali. “Non sappiamo se l’arte permette di sviluppare un pensiero critico meglio di un problema di matematica”, spiega Greene. “Ma non c’è bisogno di paragonare la matematica e la lettura in arte per sapere che è utile allo stesso modo. A noi sta a cuore solo l’aver dimostrato l’utilità dell’arte nello sviluppo delle capacità cognitive e relazionali dei ragazzi.”

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