MILANO – Indagare il ruolo e la presenza della donna nella pittura e nella scultura dalla fine dellโOttocento alla prima metร del Novecento. Il Museo del Paesaggio di Verbania, dopo la riapertura nel giugno 2016, riapre il proprio piano nobile con la mostra “I volti e il cuore, La figura femminile da Ranzoni a Sironi e Martini“, visibile fino al prossimo 1ยฐ ottobre.
RITRATTI FEMMINILI – Curata da Elena Pontiggia, lโesposizione comprende circa ottanta opere tratte dalle collezioni del Museo del Paesaggio di Verbania, integrate con opere di Mario Sironi della raccolta Isolabella e di Cristina Sironi, sorella dellโartista. Il percorso espositivo รจ diviso in undici sezioni tematiche. Muove dai ritratti femminili โdipinti col fiatoโ di Daniele Ranzoni, maestro della Scapigliatura, di cui il Museo del Paesaggio possiede diversi ritratti femminili: sono presentate qui sei opere tra cui due capolavori come Ritratto della principessa Margherita di Savoia, 1869 con la tipica dissoluzione della forma in un pulviscolo luminoso e Giuseppina Imperatori Orsenigo, 1877.
OPERE ICONOGRAFICHE – Prosegue poi con altre sei sezioni iconografiche:
1. I LUOGHI DELLA VITA: LA CASA, IL GIARDINO, LA VIA, LA STALLA
2. GLI AFFETTI: LโAMORE E LA MATERNITร
3. FIGURE DELLA STORIA
4. LA RELIGIONE
5. IL LAVORO
6. IL NUDO
Spiccano in queste sezioni il delicato Cave di Baveno, 1881 di Guido Boggiani, dipinto con un naturalismo attento ai valori della luce; Il convegno, 1918, di Ambrogio Alciati, immagine guida della mostra, un romantico idillio senza tempo dipinto con sensibilitร impressionista opposta al gusto del disegno nitido predominante negli anni venti del Novecento; Madre, 1916, figura toccante e intensa di Mario Tozzi; la splendida Maternitร in gesso e il dolente Lโaddio dello spazzacamino, 1898 bronzo di Giulio Branca; il monumentale Alla Vanga, 1890 di Arnaldo Ferraguti, opera-manifesto del realismo sociale, premiata alla Triennale di Milano del 1891 e Le lavandaie a Pallanza, 1897 sempre di Ferraguti; Lโaratura a Miazzina, 1890, di Achille Tominetti opera-simbolo della condizione femminile tra Otto e Novecento; il moderno Nudo femminile, 1930, disegnato sinteticamente da Achille Funi.
DONNE ARTISTE – La mostra prosegue con una sezione su due donne artiste da riscoprire, come la simbolista Sophie Browne (sua lโinquietante Eva, 1898) e Adriana Bisi Fabbri, protagonista nel 1914 del gruppo futurista โNuove Tendenzeโ e scomparsa nel 1918 a trentasette anni, di cui รจ esposta La principessa Pignatelli, 1917, anchโessa di gusto simbolista.
I MAESTRI DEL NOVECENTO – Seguono infine tre sezioni dedicate a tre maestri del Novecento: Arturo Martini, Mario Tozzi e Mario Sironi. Di Arturo Martini (Treviso 1889-Milano 1947) sono esposte quattordici figure femminili, tra cui Testa di ragazza, 1921, capolavoro della stagione di โValori Plasticiโ; La scoccombrina, 1928, felice esempio del suo espressionismo; e un nucleo di figure femminili degli anni trenta e quaranta, come Nudino, 1935 piccola scultura in gesso realizzata nel felice periodo creativo del soggiorno a Blevio sul lago di Como, La famiglia degli acrobati, 1936-7 con i personaggi nudi caratterizzati da un forte accento visionario, Lavandaie al fiume, 1939 con le figure inserite in una scatola prospettica, sino a Incontro, 1946-7, tutto risolto in una tensione dinamica, alcune appartenute a Egle Rosmini, la giovane compagna dellโartista, e da lei donate al Museo del Paesaggio. Il Museo possiede ben 53 opere del grande artista, tra sculture, dipinti, incisioni, acqueforti e litografie, medaglie e disegni, acquistate nel 1908 dalla Rosmini tramite un finanziamento regionale. Di Mario Tozzi (Fossombrone 1895-Saint Jean-du-Gard 1979) รจ esposta unโantologia di opere che vanno dal suo impressionismo giovanile (Ritratto della madre, 1915; Nel giardino fiorito, 1920) al suo realismo magico (La toeletta del mattino, emblema dellโantiimpressionismo, dove le figure umane si impongono come forme volumetriche senza interesse per la loro psicologia, capolavoro giudicato dalla critica francese โil piรน bel nudoโ del Salon dโAutomne 1922; e Serenitร , 1923, paesaggio anchโesso impostato sul disegno e sul volume anzichรฉ sul colore). Il tema della donna in Mario Sironi (Sassari 1885-Milano 1961), infine, รจ indagato attraverso le opere della raccolta di Cristina, sua sorella maggiore. Tra queste Ars et Amor, 1901-2, documenta la giovanile e poco nota stagione simbolista del pittore, mentre Cocotte e Figure, 1915-16, mostrano il suo sorprendente, coloratissimo e finora sconosciuto momento fauve. A questi lavori quasi inediti si accostano la celebre Madre che cuce, 1905-6, il suo piรน importante dipinto divisionista, e il grande Nudo con bicchiere, una delle opere piรน amate da Margherita Sarfatti. La mostra termina con lโimpressionante Vittoria Alata, 1935 (cm. 182×250), una delle maggiori testimonianze del Sironi monumentale.