Sei qui: Home » Arte » I quadri classici reinterpretati da Pang Maokun in mostra a Firenze

I quadri classici reinterpretati da Pang Maokun in mostra a Firenze

Palazzo Medici Riccardi a Firenze ospita fino al 28 luglio la mostra "Attualità del passato. La pittura colta di Pang Maokun", con le opere dell'artista Pang Maokun


MILANO – Incrociare il classico ed il contemporaneo, l’occidente e l’oriente, il passato ed il presente. Palazzo Medici Riccardi a Firenze ospita, fino al 28 luglio 2018, la mostra Attualità del passato. La pittura colta di Pang Maokun, a cura di Antonio Natali, ideazione di Xiuzhong Zhang. È organizzata dalla China National Academy of Painting insieme all’Accademia Cinese della Pittura ad Olio e realizzata dalla Zhong Art International, con  la collaborazione dell’Accademia delle Arti del Disegno e l’Accademia di Belle Arti di Firenze. L’esposizione si distingue non solo per essere un evento artistico ma anche per la particolare rilevanza istituzionale tra Toscana e Chongqing (Regione Autonoma). È un modo per dimostrare concretamente come l’arte possa essere un metodo efficace di avvicinamento e integrazione fra le due culture, quella italiana e quella cinese.

Osservatore della realtà

Pang Maokun è uno dei pittori più famosi nel panorama dell’arte della Cina contemporanea e attualmente riveste il ruolo di Rettore dell’Accademia di Belle Arti di Sichuan. È considerato uno degli artisti cinesi che meglio hanno rappresentato le diverse minoranze etniche nell’ambito del movimento della pittura cosiddetta rurale. È con Le mele sono mature, un dipinto a olio realizzato nel 1983, che ritrae un’anziana donna appartenente all’etnia Yi, che Maokun acquista grande notorietà in patria. Negli anni successivi ha continuato a portare avanti la sua ricerca lungo questa direttrice, approfondendo l’osservazione della realtà. La mostra in Palazzo Medici Riccardi è la sua prima personale in Italiae presenta una selezione di opere inedite, un ventina circa di tele ad olio di grande formato e una sezione dedicata ai suoi numerosi disegni.

Classici rivisitati con ironia

In Attualità del passato, Pang Maokun si fa discepolo moderno degli antichi maestri dell’arte occidentale. Si fa partecipe di una storia che ha studiato e ripercorso. Traendo ispirazione dai classici, sceglie di raffigurare celeberrimi dipinti, modificandone le trame originali con delle intrusioni ironiche, entrando nelle scene stesse con personaggi di sua invenzione oppure autoritraendosi. Li sottopone a una rilettura originale, non venendo mai meno però a una sapiente esecuzione tecnica. Così La Dama con l’ermellino di Leonardo, immagine scelta come rappresentativa di tutta la mostra, in versione contemporanea, con un chiodo di pelle sulle spalle, ci guarda e ci strizza ammiccante l’occhio. Il nuovo mondo di Narciso ci propone il bel giovane di Caravaggio che rimira il suo riflesso nell’acqua, munito da Maokun di un elemento altamente tecnologico, un visore per la realtà aumentata. L’artista si fa testimone di nozze nel Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck, lo si vede  seduto sullo sfondo, sotto lo specchio tondo, polo rossa e occhiali, occhiali che, in versione montatura azzurra, sono indossati anche dal piccolo canino che accompagna la versione classica del quadro. Assiste come servitore, ma con il volto rivolto di lato, Giuditta che taglia la testa a Oloferne, riprendendo la splendida versione sempre di Caravaggio. E ancora troviamo originali incursioni in opere di Velàzquez, El Greco e Dürer.

Versioni di se stesso

Allontanandosi in parte da questo rimando puntuale all’arte del passato, Maokun porta anche una serie di ritratti femminili, giovani donne della sua Cina, belle e affascinanti, dall’aspetto eterno, alle quali ha dedicato una parte fondamentale della sua produzione recente.
Nel trittico Midnight, invece, l’artista ci da tre versioni di se’ in accappatoio bianco con lo spazzolino in bocca. “Invenzione raffinata e nel contempo spregiudicata e ironica – scrive Antonio Natali in catalogo. Invenzione tradotta in una lingua nuova; che tuttavia ancora affonda le sue radici nello studio appassionato e fremente della pittura europea dei secoli trascorsi. A principiare dall’idea stessa d’un trittico; per seguitar poi con quella pittura perspicua e fine come in un ritratto del Cinquecento fra Olanda e Lombardia. Tre autoritratti in variata attitudine; limpidi e lirici come un Moroni dei più tersi. Con Maokun la tradizione s’attualizza”.

In mostra, anche alcuni disegni, schizzi, che Maokun produce in gran quantità e che accompagnano la realizzazione dei dipinti, pur rimanendo indipendenti gli uni dagli altri. E anche in questa dimensione, ritroviamo le stesse modalità di incrociare il classico ed il contemporaneo, l’occidente e l’oriente, il passato ed il presente.

 

© Riproduzione Riservata