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I colori del Mediterraneo in una mostra a Pistoia dedicata a Mirò e Marino

La mostra "I colori del Mediterraneo" consente al visitatore di apprezzare al meglio la qualità e l’originalità dell’opera pittorica di Marino Marini

MILANO – Come compendio alla mostra “Marino Marini. Passioni Visive,” dove viene messa visivamente a confronto l’opera scultorea di Marino con i capolavori che hanno influenzato la sua produzione artistica, la Fondazione Marini ha deciso di dare rilievo al lato pittorico dell’artista pistoiese nella sede del Museo Marino Marini al Palazzo del Tau con una mostra dal titolo “Mirò e Marino. I colori del Mediterraneo” che avrà luogo dal 16 settembre 2017 al 7 gennaio 2018.

MIRO’ E MARINOMirò e Marino sono entrati in contatto negli anni ’50 grazie alla frequentazione dell’atelier di Fernand Mourlot a Parigi dove entrambi, insieme a Chagall, Picasso e altri grandi maestri contemporanei, andavano a stampare le loro litografie. Non si conosce cosa i due artisti si siano detti e di che cosa abbiano potuto discutere insieme. Si sa però che hanno condiviso cene e momenti conviviali in grande armonia, sicuramente erano anime affini e questo emerge osservando la loro produzione artistica. Entrambi amavano colorare le loro sculture, non solo come omaggio agli “antichi” ma anche, sicuramente, per il loro spirito solare e ironico. Molto spesso usavano colori primari, privi di sfumature, entrambi stendevano il colore a larghe campiture con segni netti e decisi. “Lavoro molto con le dita: sento il bisogno di essere immerso nella realtà fisica ….. del colore. Bisogna che sia sporco dalla testa ai piedi” ha scritto Jean Mirò. “Ho sempre sentito il bisogno della suggestione sensoriale del colore, per dare inizio a una forma. È il colore che mi da la spinta e il sentimento per fare qualcosa di creativo. Così comincio con il colore e dopo il colore vedo una linea e vedo una forma”, ha evidenziato Marino Marini.

I COLORI DEL MEDITERANNEO – La vastità dei cieli mediterranei e la luce abbagliante di queste terre hanno sicuramente influenzato la visione artistica di entrambi i maestri del colore. Mirò ebbe a sottolineare: “Ancora adesso quando passeggio guardo la terra o il cielo, non il paesaggio. Lo spettacolo del cielo mi sopraffà. Sono sopraffatto quando vedo la luna crescente o il sole in un cielo immenso. Nei miei quadri si ritrovano spesso forme minuscole in vasti spazi vuoti. Spazi vuoti, orizzonti vuoti, pianure vuote. Ho sempre bisogno di un punto di partenza, sia esso una macchia di polvere o uno squarcio di luce. Questa forma fa nascere una serie di cose, una ti conduce verso un’altra. Un pezzo di filo può dare inizio a un mondo. Trovo i miei titoli man mano che lavoro, allo stesso modo in cui sulle mie tele una cosa porta all’altra”.Non dissimilmente da Marini che di se diceva “io sono un mediterraneo. Sono nato al centro dell’Italia e quindi ho assorbito questa natura così calda, così sensitiva e così sensuale” (M.Marini)

Foto: Joan Miró, Oda a Joan Miró, 1973 ((litografia originale a colori, cm 88 x 61) Guastalla Centro Arte, Livorno ; Marino Marini, Oggetti nello spazio, 1967(tempera su tela cm 159 x 160) Fondazione Marino Marini, Pistoia

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