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De Chirico e la sua pittura metafisica in mostra a Milano

Inaugurerà il 12 gennaio, presso la galleria 29 Arts in Progress di Milano, la mostra dedicata a Giorgio De Chirico e alla sua pittura metafisica

MILANO – “Un’opera d’arte per divenire immortale deve sempre superare i limiti dell’umano senza preoccuparsi né del buon senso né della logica” erano queste la parole con cui Giorgio De Chirico descriveva la sua arte. Proprio alla figura del padre della pittura metafisica è dedicata la rassegna “Quell’uom di multiforme ingegno”, in mostra dal 12 gennaio all’11 febbraio presso la galleria 29 Arts in Progress di Milano.

LA POETICA METAFISICA SECONDO DE CHIRICO– Per pittura metafisica s’intende un’arte che, pur utilizzando gli strumenti tecnici tipici della pittura (prospettiva, chiaroscuro, colore), non si limita a riprodurre la realtà nella sua apparenza ma va oltre, lasciando spazio a sogni e visioni. Gli oggetti (così come i luoghi) raffigurati  vengono sottratti ai loro naturali contesti evidenziando una rottura con il mondo reale.  Secondo De Chirico, infatti, nella pittura metafisica “le architetture e gli oggetti collocati nello spazio secondo prospettive multiple perdono il loro significato comune e diventano simboli o metafore di concetti nascosti dietro l’apparenza del mondo visibile. La metafisica diventa la scoperta del mistero che si cela negli aspetti più comuni del vivere, davanti ai nostri occhi”

LA MOSTRA – Curata da Nikolaos Velissiotis la mostra, attraverso 30 opere tra dipinti, disegni, sculture di bronzo e litografie acquarellate dallo stesso artista, propone un parallelismo tra la figura di De Chirico e quella di Ulisse. Un accostamento che pur apparendo azzardato appare, agli occhi del curatore, il più appropriato. “Non è abituale accostare il nome di de Chirico a Ulisse. Il suo nome fa piuttosto riferimento a Ermes – Chirico in greco significa il messaggero degli dei – o a uno dei Dioscuri, figli di Giove. Invece credo che Ulisse sia il nome più appropriato considerando la molteplicità dei suoi interessi, i continui spostamenti e l’inevitabile ritorno nietzschiano, da lui più volte descritto nei suoi testi” ha affermato Velissiotis.

 

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