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Dalì-Gala-Éluard, un “triangolo” amoroso surrealista

Salvador Dalì scrive a Éluard, "Dovrei sfidarti a duello ma ti perdono"
Dalì-Gala-Éluard un “triangolo” amoroso che ha fatto la storia dell’arte grazie alle personalità dei coinvolti nel ménage. Nel 1929 la moglie del poeta Éluard (la futura musa di Dalì Gala) fugge col giovane e promettente pittore surrealista. Comincia così la storia di una delle coppie più celebri del Novecento. Ecco un estratto dalla lettera inviata dal pittore al rivale, in cui non gliele manda certo a dire:
“Il nostro è un progetto, il vostro è stato un amore come tanti e Salvador Dalí sarà per sempre l’unico uomo che sarà riuscito a renderla felice. E soprattutto donna…”
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“Caro Paul,

quanta passione sgorga dalla tua lettera. Che meravigliose parole, spirituali e carnali, per una donna che è stata tua e da qui in poi non lo sarà più.

 Ho intercettato, tra le numerose carte segrete di cui Gala si circonda, questi fogli a tratti invadenti e imbarazzanti seppur sinceri. Come uomo dovrei chiederne ragione, sfidarti a duello forse, ma in quanto poeta, artista, poiché voglio sopravanzare la misura comune degli esseri ed elevarmi dal branco, ti giustifico e ti perdono caro Paul.

Gala, infatti, ora vive in ragione di me, della mia bizzarria, del mio estro ineguagliabile, del successo cui sono predestinato. Dalí sarà il nome che per secoli i pittori e gli appassionati d’arte pronunceranno ogni qualvolta penseranno a chi ha davvero cambiato le sorti dell’estetica del nostro secolo. E anche del modo di vivere: il poeta non sarà più figura marginale, sofferente, destinata a una ristretta élite di pensatori chiusi nel loro circolo vizioso.

Ne ho parlato anche con l’amico Federico \ mio straordinario complice di tante avventure, amante malizioso che pure non sopporta la vicinanza di una donna così scomoda e impegnativa come Gala, ne è addirittura geloso: eppure si è dovuto arrendere all’evidenza dei fatti, che lei è destinata a vivere accanto a me e attraversare con me tutto il tempo che ci resta.

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Dalí, Gala, Paul Éluard e Nusch a Port Lligat, 1931

Più di ogni altra cosa, noi abbiamo in testa un grande progetto. Presto lasceremo la vecchia Europa, la cara Catalogna, e ci imbarcheremo per l’America. New York la metropoli nuova che ci attende, con le sue luci, i suoi grattacieli, le gallerie, i collezionisti e tutto il resto. Noi, Gala e io, saremo gli ospiti d’eccezione di ogni festa, la gente si chiederà cosa saremo capaci di fare per stupire e provocare, come ci vestiremo e quale scomoda verità saremo in grado di tirare fuori. Ci pagheranno un sacco di dollari per averci tra loro e, ma già lo sai, Gala è molto avida di ricchezza e di potere. Godrà a farsi riconoscere per strada come la musa ispiratrice del più grande pittore del ‘900, Salvador Dalí. Insieme ci faremo fotografare e firmeremo autografi. Diventeremo più celebri di Picasso, l’unico che forse può ancora starmi dietro quanto a fama.

Tu, Paul, cosa avresti potuto prometterle? Un’oscura vita dietro le quinte insieme ai tuoi amici surrealisti? No, amico, Gala non è fatta per questo. A lei non interessa vivere sotto luce riflessa e vuole stare al centro della scena, ci sarà un momento in cui ci identificheranno come una cosa sola, al di sopra delle convenzioni borghesi, di quei piccoli sentimenti di possesso e gelosia che non dovrebbero appartenere agli artisti.

Staremo sempre insieme pur non condividendo sempre lo stesso letto, inseguiremo noi stessi attraverso altri sguardi, altri corpi. Avremmo amanti e saremo amati, in un cortocircuito dove tutto si confonde pur restando fedele a se stesso. Il nostro è un progetto, il vostro è stato un amore come tanti e Salvador Dalí sarà per sempre l’unico uomo che sarà riuscito a renderla felice. E soprattutto donna.”

 

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