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Censurati i dipinti di Schiele nella metropolitana di Londra

Vienna ha voluto omaggiare la figura di Egon Schiele nel centenario della sua morte. I cartelloni pubblicitari sono stati inseriti all'interno della metro per promuovere la mostra

MILANO – Una notizia che desta perlpessità e incredulità quella che ha a che fare con i dipinti dell’artista viennese Egon Schiele. Come accade in gran parte nei centenari della morte di gigure importanti, Vienna ha voluto omaggiare l’artista attraverso una mostra dal titolo “Egon Schiele, espressionismo e lirismo”, al Museo Kunsthistorisches. Per promuovere l’esposizione sono stati posizionati dei cartelloni che pubblicizzano la mostra all’interno della metropolitana di Londra. Fino a qui sembrerebbe tutto normale, se non fosse per il fatto che i nudi raffigurati hanno provocato l’indignazione dell’azienda dei trasporti, che si aggiunge alla delusione da parte dei cittadini che non capiscono come tali raffigurazioni possano destare scalpore alla soglia del 2018.

La censura sulle raffigurazioni

Oltre ad aver rifiutato i dipinti originali, l’azienda dei trasporti londinese si è rifiutata anche davanti all’idea di poter offuscare i genitali delle figure. In tutta risposta il museo viennese ha deciso di inserire delle dasce bianche sulle parti messe a nudo con su scritto: “Ci scusiamo. Dipinti cent’anni fa ma scandalosi ancora oggi”. E non finisce qui. Portando l’increscioso evento a proprio favore, il museo invita la popolazione a scoprire i dipinti originali all’interno del museo senza censura alcuna e per fare ciò, ha incollato dei bollini in cui si invita appunto a recarsi alla mostra.

Le considerazioni

Come riporta Il Foglio, così risponde il direttore della fondazione Hartung-Bergman di Antibes al Figaro Thomas Schlesse, in seguito all’avvenimento: “Si censura soltanto ciò di cui si teme la forza, che sia espressiva, sociale o politica è quindi l’occasione per ricordare che gli artisti prendevano dei rischi per l’emancipazione delle coscienze. Paradossalmente, provo un piccolo piacere quando vedo queste censure: gli oggetti che ne sono vittima, spesso accantonati nel passato e apparentemente inoffensivi, riprendono all’improvviso il loro vero significato”. Un avvenimento, dunque, che ha creato una discussione pubblica riguardo la nudità nell’arte e le cui discussioni sui social sono accompagnate dall’hastag #ToArtItsFreedom

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