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Basquiat, l’artista maudit passato dalle strada alle stelle in mostra a Milano

A ventotto anni dalla sua morte, Milano rende omaggio all'artista. “The King” riuscì insieme a Keith Haring a portare il graffitismo dalle strade metropolitane alle gallerie d'arte

MILANO – 28 anni fa moriva Basquiat, l’artista maudit passato dalle strada alle stelle. Autodidatta e street artist, si è distinto per la sua arte espressionista astratta, per i graffiti dalle pennellate violente e le scritte ironiche o malinconiche. Il primo artista di colore diventato celebre, tanto da dare una nuova interpretazione dell’arte postmoderna.

SAMO – L’artista americano ebbe un rapporto speciale con l’Italia che ospitò la sua prima mostra personale nel maggio del 1981. Proprio l’ultima volta che si firmò con l’acronimo usato sui muri: SAMO, same old shit. “The King” (la corona era il suo simbolo) a diciassette anni aveva deciso di diventare famoso, abbandonando la casa natale e trovando in Andy Warhol un padre spirituale nonché artistico. Il cerimoniere dell’alta società lo introdusse ai salotti newyorchesi e ben presto Basquiat divenne l’icona antiborghese (pur essendolo) e trasgressiva che i ricchi anni Ottanta desideravano ai loro garden party.

La fragilità dell’artista che regalava i rotoli di banconote per strada e imbrattava di vernice i costosissimi abiti Armani sfociò nella tragedia. A causa di alcune critiche ricevute ruppe quel rapporto quasi paterno con Warhol pentendosi poi di non essere riuscito a far pace con il suo mentore. “Basquiat aveva il timore di perdere il successo che era arrivato in modo improvviso. Le sue contraddizioni emergono nell’uso del colore rabbioso e nella pennellata violenta alternate a fasi di tristezza dove sulla tela compare solo una parola o una figura e il resto è vuoto” commenta il curatore Gianni Mercurio. Proprio a seguito della prematura scomparsa del re della Pop Art scivolò ulteriormente nel gorgo dell’eroina. Non più al centro delle adulazioni posh, insoddisfatto e depresso, morì il 12 agosto 1988. Aveva solo 27 anni ma era nell’Olimpo degli artisti.

LA RETROSPETTIVA – A dieci anni dalla retrospettiva dalla Triennale milanese, il curatore Gianni Mercurio insieme al critico e amico dell’artista Jeffrey Dietch hanno riportato il “Picasso nero” a Milano. Dal 28 ottobre fino al 26 febbraio 2017 il Mudec di Milano ospita 140 lavori di grandi dimensioni – realizzati fra il 1980 e il 1987 – che seguendo un ordine cronologico e tematico ripercorrono il sofferto percorso dell’artista. Un corpus di estremo valore messo a disposizione in larga parte dal collezionista Yosef Mugrabi. Un iter che si conclude e completa con l’ultima sala in che accoglie le tele a 4 mani con Andy Warhol.

 

Credit copertina:

Jean-Michel Basquiat e Andy Warhol Dog, 1984

Acrilico, inchiostro serigrafico, pastello a olio e olio su tela, cm 202,9 x 269,6
Mugrabi Collection

L.A.

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