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Al Palatino in mostra l’arte contemporanea

L’arte contemporanea torna a confrontarsi con l’archeologia nella mostra "Da Duchamp a Cattelan. Arte contemporanea sul Palatino"

MILANO – La mostra, aperta dal 28 Giugno al 29 Ottobre 2017 e curata da Alberto Fiz, presenta cento opere tra grandi installazioni, sculture, dipinti, fotografie e opere su carta di artisti provenienti da venticinque diverse nazioni. Accanto a maestri riconosciuti  che spaziano da Marina Abramović a Michelangelo Pistoletto, sono proposti i lavori realizzati da alcuni tra i più significativi esponenti delle ultime generazioni quali Mario Airò, Maurizio Cattelan, Anya Gallaccio, Cai Guo-Qiang, Claudia Losi, Paul McCarthy, Sisley Xhafa, Vedovamazzei e Luca Vitone. Non manca, poi, una serie di lavori realizzati da designer e architetti quali Ugo La Pietra, Gianni Pettena e Denis Santachiara.

LE INSTALLAZIONI – All’interno dello Stadio Palatino e del peristilio inferiore della Domus Augustana, la mostra articola le sue tematiche essenziali: le Installazioni architettoniche in situ, efficace accostamento tra archeologia e arte contemporanea; le mani, disegnate, fotografate, dipinte, scolpite, simbolo comunicativo e forza creatrice; i ritratti, traccia identitaria per eccellenza e genere artistico dove gli antichi romani hanno primeggiato.

I TEMI DELA MOSTRA – Architettura, identità, comunicazione, creazione sono temi che la contemporaneità interpreta spesso con disinvolta ironia, in maniera destabilizzante, rifiutando ogni dogma: a confronto con le maestose architetture dei palazzi imperiali del Palatino, questi materiali ci interrogano sul senso del tempo e della permanenza. Sono interventi, molti dei quali creati appositamente per questo progetto al Palatino, che non vogliono essere rassicuranti ma, senza chiedere permesso, i segni del presente suggeriscono differenti percorsi di comprensione dell’antico.

I LAVORI DELLA MOSTRA – I lavori provengono dal museo ALT creato dall’architetto Tullio Leggeri, tra i maggiori collezionisti italiani che, fin dagli anni Sessanta, ha caratterizzato il suo rapporto con gli artisti sviluppando i loro progetti e suggerendo soluzioni tecniche e creative. Tra le monumentali rovine, viene esposta una significativa selezione delle oltre duemila opere che costituiscono la raccolta. Oltre a essere la guida della mostra, il catalogo edito da Electa affronta la relazione tra antico e contemporaneo e vuole essere un invito a riflettere sulla memoria, il significato delle rovine e le visioni della modernità. Le opere sono inoltre accompagnate da esaurienti schede critiche e da un ampio apparato fotografico.

Photocredit: www.wetransfer.com

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