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A Milano la mostra collettiva che rompe le regole

Pirelli HangarBicocca presenta “Take Me (I’m Yours)”, una mostra collettiva che reinventa le regole con cui si fa esperienza di un’opera d’arte e che invita i visitatori a compiere tutto quanto è di norma vietato fare in un museo

MILANO – In “Take me (I’m yours)”, la mostra all’Hangar Bicocca a Milano fino al 14 Gennaio 2018, i lavori si possono toccare, usare o modificare; si possono consumare o indossare; si possono comprare e perfino prendere gratuitamente, o magari portare via lasciando in cambio cimeli personali.

LA MOSTRA – La mostra è un progetto che si evolve e si rigenera nel tempo. Accanto alla possibilità di prendere una delle migliaia di copie di ciascuna opera prodotta e quindi concorrere a svuotare fisicamente lo spazio, il pubblico di “Take Me (I’m Yours)” ne modifica l’aspetto anche partecipando a performance in cui lo scambio non è necessariamente legato a un oggetto ma piuttosto a un’esperienza, assecondando un’idea di immaterialità che è sempre più presente tanto nell’arte quanto nella vita reale. Allestita per la prima volta nel 1995 alla Serpentine Gallery di Londra, la mostra ha avuto origine da una serie di conversazioni e riflessioni tra il curatore Hans Ulrich Obrist e l’artista Christian Boltanski sulla necessità di ripensare i modi in cui un’opera d’arte viene esposta. L’idea per il progetto è iniziata con Quai de la Gare (1991), un lavoro di Boltanski costituito da pile di vestiti di seconda mano che il pubblico poteva prendere e portare via in una busta marchiata con la scritta “Dispersion”: un’opera destinata per sua natura a disperdersi e a scomparire ma anche ad acquisire nuova vita al di fuori del museo.

LE OPERE – accanto a Dispersion di Christian Boltanski, le opere di oltre cinquanta artisti sono allestite nei mille metri quadrati dello Shed di Pirelli HangarBicocca, prendendo vita anche al di fuori dello spazio espositivo con progetti per il catalogo, il bookshop, il web e azioni nel quartiere Bicocca. Lavori storici, presentati nell’iconica mostra del 1995, sono affiancati a nuove produzioni appositamente concepite. L’allestimento è stato ideato dall’artista e designer, Martino Gamper, che ha progettato i supporti e gli elementi compositivi. Prendono parte alla mostra, inoltre, artisti di diverse generazioni e provenienze. Nell’atrio il pubblico viene accolto dall’installazione dell’artista giapponese Yoko OnoWish Trees (1996/2017), due alberi di limone su cui è possibile lasciare biglietti con i propri desideri. I visitatori potranno prendere una copia del poster che Maurizio Cattelan ha ricevuto in dono dall’artista Alighiero Boetti, raccogliere le caramelle alla menta dell’installazione “Untitled” (Revenge) (1991) di Félix González-Torres; oppure creare la propria mappa personale di Milano con La riappropriazione della città. I propri itinerari, 1975/2017. “Take Me (I’m Yours)” si trasforma così in una grande arena in cui si immagina un modo più diretto e coinvolgente per vivere l’arte e in cui anche, l’idea di donare/ricevere diventa una chiave alternativa per leggere lo scenario globale della storia e società contemporanea.

Photocredit: Pirelli Hangar Bicocca

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