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Le 9 curiosità che ancora non sai su Salvador Dalí

La vita del pittore Salvador Dalí, surreale creatore di mondi onirci, è stata segnata fin dal principio dalla stranezza e dalla genialità

Tutti conosciamo Salvador Dalí per le sue opere la genialità e il delirio che hanno contraddistinto la sua vita artistica e privata. The Telegraph ha stilato alcune curiosità del pittore creatore di mondi onirici e surreali che probabilmente ancora non conoscete. 

Salvador Dalí fu espulso dalla scuola d’arte

Ai professori universitari che cercavano di interrogare Dalí in storia dell’arte lui rispondeva dicendo: “Mi ritrovo a dover affermare che nessuno di voi professori è competente a giudicarmi”. La ragione di una tale sfrontatezza, sembra non essere tanto ideologica ma quanto tattica. Con molta probabilità l’artista spagnolo voleva continuare ad essere sostenuto finanziariamente da suo padre, così da prolungare il suo periodo in università, invece di andare a studiare a Parigi a sue spese.

Quasi soffocò spiegando la propria importanza

Dalí nella prima parte della sua carriera artistica, durante la mostra internazionale surrealista di Londra del 1936, ha tenuto una conferenza  indossando un abito da immersione per il mare per rappresentare metaforicamente, come rivelerà più tardi, che egli viveva in un mare di consapevolezza.  Quello di cui non si accorsero immediatamente i suoi ammiratori però, è che Dalí  stava soffocando all’interno della ciotola di vetro insonorizzata nella quale si trovava. Essi piuttosto pensavano che i suoi gesti esagerati rappresentassero una parte divertente del sua rappresentazione.

Salvador Dalí attratto dai cavolfiori

Nel 1955 Dalí è tornato a Parigi dalla Spagna con la sua Rolls Royce Phantom II bianca carica di ben 500kg di cavolfiori. Il ragionamento era, dichiarando successivamente a un pubblico di 2.000 spettatori, che: “tutto finisce nel cavolfiore!”. Tre anni più tardi spiegherà al giornalista americano Mike Wallace che è stato profondamente attratto dalla “curva logaritmica” dell’ortaggio.

Anche i suoi animali domestici erano opere d’arte

Negli anni Sessanta a Dalí è stato regalato un cucciolo di tigre da lui chiamato Babou, che l’artista portava con se a guinzaglio quasi ovunque andasse. Esemplare è il caso in cui entrò con l’animale in un noto ristorante di Manhattan. Quando un suo  compagno di cena si allarmò alla vista del tigrotto, lui rispose dicendo con calma che Babou era un no normalissimo gatto che aveva “dipinto in un disegno artistico”.

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Dalí sposò la moglie del suo amico

Dalí conobbe la sua amata moglie Gala nel 1929, mentre era ancora sposata con il suo amico e  poeta francese Paul Eluard. Eluard è comunuqe figurato pacificamente come uno dei testimoni al loro matrimonio. Un matrimonio che però offese la famiglia di Dalí, perché disapprovarono Gala, madre di un figlio di un altro uomo e di dieci anni più grande del pittore. Per contro Dalí fu subito diseredato dal suo padre.

Salvador Dalí rimase fedele a Gala fino alla morte

Dalí e Gala sono rimasti insieme fino alla morte, nonostante i frequenti problemi extra-matrimoniali. Nel 1969 Dalí acquistò un castello a Pubol, a 50 miglia dalla sua casa a Port Lligat, per la sua amata. 

Ha dipinto inutilmente un ritrattoo di Lawrence Olivier

Ormai considerato negli ambienti artistici per essere più di un pittore commerciale, nel 1955 Dalí è stato incaricato di dipingere un ritratto di Laurence Olivier per un manifesto cinematografico per Richard III, in cui Olivier ha interpretato il ruolo del direttore del film Sir Alexander Korda . Tuttavia, il poster desiderato non è mai emerso. Nonostante le riprese di Olivier negli studi Shepperton, Dalí rifiutò di dipingere in Inghilterra, che egli chiamò “il luogo più spiacevole” e tornò in Spagna per completare il ritratto.

Non ha mai viaggiato leggero

Appena arrivato al porto di New York per la seconda volta nel 1934, dopo aver indossato un giubbotto di salvataggio per l’intero viaggio in treno trasportando tutti i suoi quadri legati con un nastro, Dalí ha salutato i paparazzi con in mano un enorme pagnotta. Inutile descrivere lo sgomento suo sgomento dei fotografi.

Non era l’ospite ideale nei programmi di gioco

Dalí è apparso come ospite nel gioco degli anni Cinquanta “What’s My Line”, in cui i concorrenti dovevano indovinare la professioni e nomi attraverso delle domande. Dalí, definendosi un esperto universale e un immodesto , ha causato il caos durante il gioco sostenendo di essere contemporaneamente uno scrittore, un personaggio televisivo, un atleta e un artista di cartone animati. Un concorrente esasperato ha quasi rinunciato, proclamando: “non c’è niente che questo uomo non faccia!”

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